Sono in totale 291 le persone in pericolo nel mar Mediterraneo al largo della Libia salvate dai volontari della ong Sos Humanity.
Questa mattina, intorno alle ore 8, l’equipaggio della nave di ricerca e soccorso Humanity 1 ha individuato un’imbarcazione in difficoltà al largo delle coste libiche. Si trattava di un gommone inadeguato e sovraffollato con 111 persone a bordo, nessuna delle quali aveva giubbotti di salvataggio o altre attrezzature di salvataggio.
Mentre il salvataggio era ancora in corso, l’aereo civile Seabird ha segnalato all’equipaggio di Humanity 1 un secondo gommone in pericolo, inadeguato e sovraffollato, con 102 persone a bordo. Sono state portate a bordo della Humanity 1 intorno alle 11 e 30. Poco dopo, l’equipaggio ha avvistato un altro gommone in pericolo, che stava già imbarcando acqua.
Coordinato dal centro di coordinamento italiano dei soccorsi, l’equipaggio ha iniziato le operazioni di salvataggio e ha portato a bordo dell’Humanity 1 altri 78 sopravvissuti. Le operazioni di salvataggio si sono concluse intorno alle 12 e 30. “Nonostante il gran numero di sopravvissuti a bordo, – hanno fatto sapere da Humanity 1 – le autorità italiane hanno assegnato come luogo sicuro il lontano porto di Bari. Il transito inutilmente lungo di 1.100 km e quattro giorni compromette il benessere dei sopravvissuti a bordo”.
L’equipaggio si sta occupando dei 291 sopravvissuti in totale. Tra loro ci sono più di 100 minori, tra cui bambini e neonati. La maggior parte dei minori non è accompagnata. A bordo ci sono anche più di 40 donne, alcune delle quali sono incinte. Un motoscafo libico è arrivato sul posto dopo che l’equipaggio di Humanity 1 aveva iniziato le operazioni di salvataggio. Non è stato possibile stabilire una comunicazione in inglese. L’unità libica è rimasta a distanza mentre l’equipaggio di Humanity 1 effettuava i soccorsi.
Migranti, a giugno sbarcate 4700 persone
Nei giorni scorsi l’Agenzia Onu per i rifugiati ha diffuso i dati degli sbarchi del mese di giugno. 4.700 le persone sbarcate sulle coste italiane. Nel mese di giugno ci sono stati 90 morti e dispersi. Un dato sottostimato perché basato solo sulle informazioni raccolte dallo staff di Unhcr presente agli sbarchi in Italia.
Le vittime sono state 66, mentre 24 persone risultano tuttora disperse. Fra le vittime, 12 corpi, avvistati dall’aereo Seabird della ong Sea Watch a nord di Janzour. Sono stati recuperati dalla nave della ong Geo Barents e dalla nave della ong Ocean Viking nel secondo fine settimana del mese. Le persone in arrivo sulle coste italiane a giugno sono partite da Libia, Tunisia e Turchia. La Libia è stato il primo Paese di partenza per gli arrivi via mare in Italia, con il 66% di tutti gli arrivi.