Gli esami di maturità 2024 sul fronte dei docenti stanno lasciando una serie di strascichi e di polemiche su presunte discriminazioni.
Il dibattito, che ha fatto scattare appelli affinché ci siano interventi urgenti da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, riguarda la questione compensi ed i ruoli nelle commissioni d’esame del presidente, del vicepresidente e del segretario.
Secondo l’attuale regolamentazione, risulta un compenso maggiore per il presidente ed una maggiorazione del 10% del compenso per chi svolge la mansione di vicepresidente. Nulla è riconosciuto per il docente che svolga funzioni di segretario. Eppure, secondo il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, le mansioni di vicepresidente sono meramente eventuali: interviene ed agisce, in luogo del presidente, solo nel caso in cui quest’ultimo sia impossibilitato a svolgere una determinata mansione.
Il segretario, invece, svolge un lavoro estremamente impegnativo equiparabile sotto il profilo della mole e delle responsabilità a quelle del presidente. L’iniquità del mancato riconoscimento di compensi, si acquisisce se si considera che altri membri della medesima commissione potranno percepire uguale o maggiore compenso senza svolgere dette mansioni. È il caso, ad esempio, del segretario membro interno che percepisce minor compenso del membro esterno non segretario.
“L’attuale situazione – hanno spiegato Alessio Parente e Romano Pesavento del Cnddu – determina una profonda discriminazione tra componenti interni ed esterni appartenenti alla stessa commissione, non giustificabile nemmeno alla luce dell’art. 3 della Costituzione. Membri interni ed esterni svolgono le medesime mansioni lavorative ed hanno diritto ad una pari dignità riconoscibile solo in termini di compenso”.
C’è poi la questione dell’indennità di trasporto, che andrebbe sempre riconosciuta anche ai membri interni che risiedono in località diversa dalla sede di servizio. Il decreto del ministero della Pubblica istruzione e dell’Economia e delle finanze del 24 maggio 2007 chiarisce che ai fini del riconoscimento della quota, occorre considerare alternativamente la sede di servizio o il luogo di residenza. Evidentemente, mentre per i membri esterni si possono considerare una delle due alternative; per i membri interni, dovrà essere considerato esclusivamente il luogo di residenza.
Maturità 2024, docenti sul piede di guerra
“È una pratica totalmente errata e lesiva della dignità docente quella attuata da talune segreterie che non riconoscono detta quota ai membri interni. – hanno continuato dal Coordinamento – Ricordiamo, in proposito, che membri interni possono essere, oltre ai docenti di ruolo dell’istituzione, anche i docenti in assegnazione provvisoria, temporanea e i supplenti”.
Secondo il Cnddu ci sarebbero i presupposti per adire alle autorità competenti dal momento che si costatano delle discriminazioni tra docenti con analoghi competenze, titoli e responsabilità. “Troviamo inspiegabile che tale questione non sia stata attenzionata da parte dei sindacati e ci auguriamo che presto si arrivi a una migliore definizione e soluzione della questione”, hanno concluso.