Due casi di bambini contagiati dal virus dell’aviaria, in Australia ed in India, Commissione europea ha già opzionato dosi di vaccino.
Stanno spaventando il mondo gli agenti patogeno-infettivi dell’aviaria. All’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che sta monitorando attentamente la situazione, sono già scattati diversi campanelli d’allarme.
Partiamo proprio dall’Australia, a Melbourne, dopo una piccola di due anni e mezzo è stata ricoverata in ospedale. Le condizioni della bambina sarebbero buone ma non è chiaro dove sia stata contagiata. “L’esposizione per la bambina – ha fatto sapere l’Oms – probabilmente è avvenuta in India, dove aveva viaggiato e dove il virus è stato rilevato in passato negli uccelli”. Qui però la bimba non ha avuto alcun contatto noto con persone o animali malati.
Proprio in India qualche giorno prima l’Oms aveva comunicato un caso di influenza aviaria causata dal virus H9N2. Colpito un bambino di quattro anni nello stato indiano orientale del Bengala Occidentale. Il bimbo era stato ricoverato a febbraio nell’unità di terapia intensiva pediatrica di un ospedale locale a causa di gravi problemi respiratori persistenti, febbre alta e crampi addominali ed è stato dimesso tre mesi dopo la diagnosi e il trattamento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità con una nota ha specificato che il piccolo era stato esposto a pollame all’interno e nei dintorni della sua abitazione. Si tratta della seconda infezione umana da influenza aviaria H9N2 segnalata in India, dopo la prima nel 2019. Un caso sospetto era poi emerso in Messico dove l’Oms aveva confermato la morte di un uomo sempre per un virus aviario. Ma di ceppo differente da quello dei bambini, ovvero l’H5N2. Il governo, però, si è affrettato a smentire l’Organizzazione. “Il paziente risultato positivo all’infezione, un 59enne diabetico e con problemi renali è morto per un’altra causa”.
Come già accennato, sull’allarme aviaria si sta già muovendo la Commissione europea attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera). Nelle scorse ore la Hera ha firmato, a nome di 15 Stati membri, un contratto congiunto per la fornitura di 665 mila dosi di vaccino aggiornato contro l’influenza aviaria con l’azienda farmaceutica Seqirus, con un’opzione per altri 40 milioni di dosi.
Aviaria: la Hera ha opzionato milioni di dosi di vaccino
“Il vaccino – ha comunicato l’Autorità – è l’unico preventivo contro l’influenza aviaria zoonotica attualmente autorizzato nell’Ue. Il contratto consente a ciascun Paese partecipante di tenere conto del proprio contesto di salute pubblica e di ordinare i vaccini a seconda delle esigenze nazionali”. L’Italia al momento è fuori dal contratto.
“Tale decisione – ha commentato Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università San Raffaele di Milano e già direttore della Prevenzione al ministero della Salute – potrebbe essere poco lungimirante. Anche se al momento non c’è infatti una situazione di allarme, c’è tuttavia una condizione di allerta. Inoltre, se ci sono dei lavoratori che sono esposti professionalmente al rischio aviaria, come allevatori e veterinari, perchè non fare loro la vaccinazione se c’è la possibilità di avere delle dosi?”.