Ieri il decreto, oggi l’esecuzione: l’orsa Kj1, considerata pericolosa, è stata uccisa questa mattina nei boschi del Trentino – Alto Adige.
Ad annunciare l’abbattimento è stata la Provincia di Trento, a seguito del decreto firmato dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti. Una squadra del Corpo forestale è dunque entrata in azione nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’animale era stato localizzato attraverso il radiocollare. “Kj1 – hanno fatto sapere dalla Provincia – era un esemplare pericoloso, secondo la scala del Pacobace”.
La classificazione ad alto rischio è stata effettuata dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha utilizzato appunto la tabella del Pacobace, ovvero il Piano d’azione della conservazione dell’orso sulle Alpi. Dall’Ispra, però, hanno tenuto a precisare che per i comportamenti potenzialmente pericolosi come quelli di Kj1 esistono tre possibili opzioni: il monitoraggio rafforzato, quindi catturare, mettere un radiocollare e spostare l’animale, la cattura per la captivazione permanente oppure l’abbattimento.
“Quale di queste tre opzioni si decide di applicare – hanno fatto sapere – è una decisione più politica e quindi è l’amministrazione che decide”. L’animale è risultato responsabile di almeno 7 interazioni con l’uomo. L’ultima risale allo scorso 16 luglio, ai danni di un escursionista francese di 43 anni a Naroncolo. Kj1 era l’orsa più anziana del Trentino. Lascia tre piccoli di 7 mesi che sono monitorati, stanno bene ed hanno buone probabilità di sopravvivere.
“Durante i suoi 22 anni di vita si è resa responsabile di 68 danni e, attraverso analisi genetiche di campioni biologici, ha avuto 7 interazioni con l’uomo sempre nei mesi estivi”, si legge nel decreto di Fugatti. La Leal, la Lega Antivivisezionista, aveva depositato un’istanza cautelare per fermare l’uccisione. L’Enpa, l’Ente nazionale per la protezione animali, ha annunciato che segnalerà l’accaduto all’Unione europea in quanto “l’uccisione dell’esemplare è avvenuta senza dare il tempo né al Tar, né alla giustizia e tanto meno alle associazioni di poter esaminare i documenti scientifici e le motivazioni”.
Il Codacons si è rivolto alla Procura di Trento per indagare sull’operato del presidente Fugatti. Il Wwf, invece, ha parlato di “una sconfitta nella gestione della specie in Trentino. La rimozione di individui problematici non può essere l’unica strada per garantire la coesistenza tra comunità locali e i plantigradi“. Ad aprile dello corso anno il Ministero dell’Ambiente aveva aperto un tavolo tecnico di confronto di cui poi si è persa traccia.
Sono in totale 62 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni, secondo le stime effettuate dagli animalisti. A questi 62 esemplari si aggiunge l’orsa Kj1. Nel computo, che parte dal 2000, il primo anno dopo la liberazione dei primi due esemplari provenienti dalla Slovenia nell’ambito del progetto Life Ursus, è incluso invece l’orso M90, abbattuto a inizio febbraio 2024.
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