Dalle scorse ore Israele sta effettuando pesanti bombardamenti dopo il lancio di razzi su un campo di calcio del Golan.
L’attacco di sabato scorso ha ucciso 12 ragazzi della comunità drusa, è stato attribuito ad Hezbollah ma non è stato rivendicato dal gruppo libanese. Il governo israeliano ha comunque autorizzato una rappresaglia militare contro obiettivi del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. L’approvazione è giunta al termine di una riunione di emergenza del gabinetto di sicurezza israeliano convocata ieri, e protrattasi per ore sino a tarda notte.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, appena rientrato dagli Usa, è stato autorizzato assieme al Ministro della Difesa Yoav Gallant a stabilire i termini e le tempistiche della rappresaglia. Le Forze di difesa israeliane hanno già colpito diversi obiettivi in profondità sul territorio libanese nella mattinata di ieri. “Hezbollah – ha dichiarato Gallant – affronterà le conseguenze dell’attacco di ieri alla città a maggioranza drusa Majdal Shams, sulle Alture del Golan, nonostante le sue ridicole smentite“.
Il portavoce di Hezbollah Jaafar Husseini, intanto, ha minacciato Israele, affermando che se oserà modificare la situazione, le nuove regole di ingaggio andranno a suo discapito. “Se l’entità sionista – ha detto Husseini – oserà aumentare l’intensità delle operazioni su entrambi i fronti, le nuove regole di ingaggio non saranno a suo favore. Qualsiasi operazione israeliana non sarà nell’interesse del suo malvagio sponsor: l’America“.
Beirut aveva chiesto un’indagine internazionale sull’attacco del Golan. Hezbollah ha continuato a negare di essere dietro l’attacco di Majdal Shams, affermando di non avere alcun legame con l’incidente. Israele è fermamente convinto: l’attacco è stato di Hezbollah ed il razzo era di fabbricazione iraniana. Altissima tensione, inoltre, anche tra Tel Aviv e la Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di invadere Israele in sostegno alla causa palestinese.
“Dobbiamo essere molto forti affinché Israele non possa più fare queste cose alla Palestina. – ha affermato Erdogan durante un incontro con i delegati del suo partito – Proprio come siamo entrati nel Nagorno-Karabakh, proprio come siamo entrati in Libia, potremmo fare lo stesso con loro. Non c’è nulla che non possiamo fare. Dobbiamo solo essere forti”. La Turchia, membro della Nato e storico alleato di Israele, ha interrotto le relazioni diplomatiche lo scorso ottobre in seguito al conflitto di Gaza.
Israele ha risposto al leader turco, accostandolo a Saddam Ussein. “Erdogan sta seguendo le orme di Saddam minacciando di attaccare Israele. Dovrebbe ricordare cosa è successo in Iraq e come è finita“, ha scritto il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz in un post su X, in cui ha riportato le foto dei due uomini.
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