Il sindaco di Vieste non ha dubbi: c’è la mano dell’uomo dietro l’incendio divampato nel bosco adiacente Baia San Felice.
“È una situazione critica”, ha sottolineato il primo cittadino Giuseppe Nobiletti, aggiungendo che “è il quinto tentativo in una settimana e stamani ci sono riusciti”.
Un vasto incendio è scoppiato all’alba di oggi, mercoledì 24 luglio, nel bosco adiacente Baia San Felice a Vieste, nel Foggiano. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, l’Arif e i volontari della protezione civile.
Il forte vento non sta rendendo semplice il lavoro di spegnimento delle fiamme e per intervenire è stato necessario l’intervento di un Canadair, oltre che di un elicottero dei pompieri e i mezzi impegnati da terra. Il tratto della strada provinciale 53 è stato chiuso a causa delle fiamme e il centro può essere raggiunto solo attraverso una strada interna.
Circa 1200 turisti ospiti nel villaggio Baia dei Campi stanno lasciando la struttura per il pericolo che le fiamme possano estendersi. Al momento si trovano in altre strutture turistiche e in una palestra scolastica che è stata allestita ad hoc dal Comune.
Lo sgombero è stato effettuato a scopo “cautelativo”, come ha spiegato sui social il sindaco Giuseppe Nobiletti. “Questa decisione è stata presa a causa del possibile riversamento dell’incendio in quella direzione, per garantire la sicurezza di tutti i turisti e operatori e prevenire eventuali rischi legati a situazioni impreviste”.
Le fiamme si sono sviluppate in una zona impervia e i turisti che non hanno l’auto sono stati trasportati a bordo di barche via mare per essere messi al sicuro.
La Procura di Foggia aprirà un’inchiesta per stabilire le cause dell’incendio. Lo scopo è stabilirne l’origine. L’ipotesi più accreditata è che sia doloso, come ha confermato anche il colonnello Giuliano Palomba, comandante del reparto carabinieri Parco Nazionale del Gargano e dell’Alta Murgia, che sta coordinando le indagini.
“Abbiamo già individuato da questa mattina l’origine dell’incendio e provveduto a sequestrare gli oggetti che fanno supporre l’origine dolosa delle fiamme”, ha dichiarato.
“Abbiamo comunicato tutto ciò che abbiamo rintracciato alla magistratura. Da giorni seguivamo delle tracce che ci hanno condotto a due filoni investigativi su cui ci stiamo concentrando”, ha aggiunto Palomba.
Della stessa opinione, cioè che si tratti di un incendio doloso, è anche l’arcivescovo di Vieste Franco Moscone, che spiega che non è stato “appiccato, e non a caso, proprio nel giorno del tragico anniversario che devastò Peschicci il 24 luglio di 17 anni fa. Questo oggi è il quinto tentativo occorso in questa settimana”.
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