L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm o Antitrust) ha creato al suo interno una Unità Data Science.
L’obiettivo è mantenersi al passo delle sfide dell’era digitale. L’Unità avrà il compito di supportare tutte le attività istituzionali attraverso consulenze specialistiche e lo sviluppo di specifici progetti in materia di dati, tecniche informatiche, intelligenza artificiale e algoritmi. L’Unità Data Science sarà coordinata dallo chief economist dell’Autorità. In essa confluiranno i nuovi esperti selezionati con l’apposita procedura selettiva conclusa il 9 luglio 2024.
“La creazione dell’Unità Data Science – ha detto Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust – rappresenta un passo importante per garantire la concorrenza e per proteggere i consumatori. Questo è il compito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. E questo è quanto continueremo a fare nell’era dei dati. Aggiungendo competenze specifiche per ottenere nuovi strumenti d’ausilio alla nostra attività quotidiana”.
I data scientist collaboreranno con gli economisti e con i giuristi dell’Autorità, ma anche con altre Autorità nazionali, con la Commissione europea e con enti accademici e di ricerca. In particolare, si occuperanno di sviluppare nuovi strumenti per l’acquisizione e l’analisi di dati, anche attraverso tecniche di intelligenza artificiale, in modo da supportare le indagini Antitrust e di tutela dei consumatori.
Inoltre saranno chiamati a individuare possibili condotte anticoncorrenziali attraverso nuove attività di screening; a sviluppare tecniche di analisi degli algoritmi utilizzati dalle grandi piattaforme digitali; a incrementare l’efficienza delle attività istruttorie anche attraverso lo sviluppo di tecniche avanzate di analisi documentale e la progettazione di pipeline semi-automatizzate. Bisogna ricordare che nei giorni scorsi numerose istruttorie sono state aperte contro una serie di influencer.
Sotto la lente dell’Agcm sono state rilevate possibili pratiche commerciali scorrette come il non utilizzare alcuna dicitura di advertisement che informi il consumatore della natura pubblicitaria dei contenuti dei video. Né l’evidenziare in modo adeguato elementi rilevanti per le decisioni di acquisto come il costo dei beni e/o servizi offerti, l’identità o il recapito della società. Infine, alcuni degli influencer sembrano vantare una popolarità falsata dalla presenza di follower non autentici sul proprio profilo.
Il Movimento difesa del cittadino (Mdc) ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa dell’Agcm contro i cosiddetti “fuffa guru“, per la diffusione di metodi su come ottenere guadagni facili. “È fondamentale – ha detto Antonio Longo, presidente di Mdc – che i consumatori siano protetti da pratiche ingannevoli che proliferano sui social media. Questi procedimenti rappresentano un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità dei contenuti delle piattaforme social”.
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