Il giornalista de La Stampa Andrea Joly è stato aggredito mentre filmava una festa di CasaPound per strada, all’aperto.
È stato “percosso, preso a calci, sbattuto a terra”, come racconta in un editoriale dal titolo Perché l’aggressione a Joly ci riguarda tutti. “Ha sentito una mano stringergli la gola mentre qualcuno si affacciava alla finestra e urlava: lasciatelo, lasciatelo”.
L’episodio si è verificato fuori dall’asso di Bastoni, un circolo frequentato da militanti di estrema destra, il 20 luglio, durante una festa che era stata annunciata sui social come “la festa della Torino nera”.
Andrea Joly stava girando un video quando gli attivisti lo hanno avvicinato: “Sei dei nostri?”. Quando hanno capito che non faceva parte del gruppo, gli hanno intimato di consegnare il telefono, lo hanno minacciato e aggredito. Mentre si allontanava, lo hanno preso a calci e fatto cadere.
Al momento sono stati identificati due degli aggressori, entrambi militanti di CasaPound. Secondo quanto appreso, entrambi potrebbero essere denunciati per lesioni personali con l’aggravante del reato “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi”, che hanno “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.
La solidarietà al collega Andrea Joly è arrivata da tutte le parti. Nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 22 luglio, anche dalla premier Giorgia Meloni, che ha condannato la violenza definendola “inaccettabile”. “L’attenzione del governo è massima e ho chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso”.
Anche dal capo del Viminale è arrivata la condanna dell’episodio e un ringraziamento alla Questura di Torino “per aver tempestivamente identificato due individui fortemente sospettati di essersi resi protagonisti dell’aggressione al giornalista de La Stampa”. Piantedosi ha aggiunto: “Nel nostro Paese, tanto più con il nostro governo, non ci sarà mai spazio per la violenza”.
In una nota, CasaPound ha commentato l’aggressione ad Andrea Joly: “Se non cerca solo visibilità, lo invitiamo a esprimere le sue opinioni sul movimento direttamente con noi, senza doversi nascondere. Le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti”.
E ancora: “Invitiamo anche Ilaria Salis, che nessuno ha minacciato ma che confermiamo di ritenere miserabile per agguati armati di martello contro avversari politici”. Tutta la politica, da destra a sinistra, ha fortemente condannato l’accaduto.
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