A diversi giorni dall’attentato contro Donald Trump il Secret service ha ammesso di aver negato le richieste di maggiore protezione.
La rivelazione giunge in mezzo a crescenti critiche su possibili mancanze e carenze umane. Il Secret service non ha fornito alcune risorse richieste dal team della campagna elettorale di Donald Trump negli ultimi due anni. Richieste che però non riguardavano il comizio elettorale di Butler in Pennsylvania, durante il quale Trump è stato colpito. “Nei casi in cui non sono state fornite unità specializzate o risorse dei servizi segreti, l’agenzia ha apportato modifiche per garantire la sicurezza della persona protetta“, ha dichiarato un portavoce dei servizi segreti.
È stata ordinata un’indagine indipendente per far luce su questa vicenda e per determinare in particolare come un uomo armato sia potuto finire sul tetto di un edificio, a meno di 150 metri dal palco dove stava parlando il candidato repubblicano, in Pennsylvania. Oggi la direttrice dei Servizi segreti Kimberly Cheatle, è attesa al Congresso per un’audizione sul tentato assassinio di Trump che si prevede infuocata.
Lo staff dell’ex presidente avrebbe ripetutamente chiesto rinforzi in termini di uomini, cecchini ma anche metal detector. Richieste cadute nel vuoto che ora, alla luce dell’attentato, assumono un peso ancora maggiore. Il fatto che l’attentatore sia riuscito a far volare un drone sopra il comizio di Trump a Butler prima che salisse sul palco e che l’edificio su cui si trovava non era presidiato hanno esposto il Secret service a una valanga di critiche.
A rompere il silenzio sulle falle di sicurezza è anche l’ex presidente che, ripresosi dalla ferita all’orecchio, è passato all’attacco. “Come è possibile che qualcuno sia salito sul quel tetto? Molti lo hanno visto. Molti ‘Trumpers’, inclusa una donna con il vestito rosso, gridavano che c’era un uomo sul tetto con una pistola. E questo accadeva abbastanza prima che salissi sul palco“, ha osservato Trump.
Intanto Twitch, popolare piattaforma di streaming videoludico di proprietà di Amazon, ha deciso di revocare il bando imposto all’ex presidente. Un portavoce dell’app, che ha chiesto di rimanere anonimo per motivi di sicurezza, ha dichiarato: “Riteniamo che ci sia valore nell’ascoltare direttamente i candidati presidenziali, quando possibile. Trump è ora ufficialmente il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti“.
Il 29 giugno 2020, l’account Twitch dell’allora presidente era stato bloccato temporaneamente per “condotta odiosa”. Il 7 gennaio 2021, dopo la violenta rivolta di Capitol Hill, Twitch aveva reso il ban indeterminato, “per impedire a Trump di usare il servizio per incitare ulteriore violenza”. Dopo oltre tre anni, quel divieto è decaduto. Solo qualche giorno fa, Meta aveva rimosso le restrizioni imposte agli account Facebook e Instagram di Trump, dopo averli riattivati nel gennaio del 2023.
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