L’alluvione delle Marche nel 2022 ha causato 13 vittime ed innumerevoli danni: è stato chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone.
La richiesta è del pm de L’Aquila Fabio Picuti nell’ambito dell’inchiesta bis sull’alluvione che ha interessato l’hinterland di Senigallia, in provincia di Ancona. Tra gli indagati ci sono funzionari e tecnici di Regione Marche, Provincia di Ancona, Consorzio di Bonifica Marche e Comune di Serra de’ Conti. Per loro le accuse sono, a vario titolo, cooperazione in inondazione colposa, cooperazione in omicidio colposo plurimo e lesioni gravi. L’inchiesta riguarda presunte omissioni e negligenze negli interventi di manutenzione alvei.
La Procura aquilana ha contestato quindi omissioni, negligenze o violazioni di norme negli interventi di manutenzione e gestione degli alvei dei fiumi, in particolare mancata rimozione di piante e alberi. E nella realizzazione di alcuni ponti, che avrebbero favorito le esondazioni dei fiumi Misa e Nevola o comunque generato condizioni di criticità idraulica. L’alluvione ha interessato, tra le ore 18 e le 24 del 15 settembre 2022 i Comuni di Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli.
Qui l’acqua ha invaso 2.500 ettari di terreno, 500 aziende, 2.500 case private, e minacciato la pubblica incolumità di oltre 8mila persone. 5.500 residenti in zone alluvionate, 2.500 operai di aziende danneggiate. Un’altra l’inchiesta, chiusa nel novembre 2023, vede indagate 14 persone, alcune delle quali coinvolte in entrambi i filoni. In questo caso sono indagati sei sindaci di comuni danneggiati, due funzionari dei vigili del fuoco, sei funzionari della Protezione civile regionale per presunti ritardi negli allarmi alla popolazione in occasione dell’alluvione.
Tra gli indagati c’è anche un magistrato in servizio ad Ancona, dunque entrambe le indagini sono di competenza de L’Aquila. Due le ipotesi di disastro colposo contestate. La prima riguarda l’esondazione che ha colpito vari centri dell’hinterland senigalliese. L’accusa riguarda la mancata progettazione e realizzazione di interventi per gestire i corsi d’acqua al fine di mitigare il rischio idrogeologico ma anche la manutenzione dei fiumi dagli alvei e ponti fino a briglie e accumuli.
Connesso a questo addebito contestato a 18 indagati, è il secondo di cooperazione in omicidio colposo plurimo riguardante le vittime tra le quali il piccolo Mattia Luconi, 8 anni, ma anche le lesioni colpose gravi causate alla mamma Maria Silvia Mereu che è stata trascinata via con l’auto insieme al figlio, dal Nevola, ma che si è salvata.
Un terzo capitolo d’accusa, a carico di cinque persone, riguarda l’esondazione del Misa che ha colpito il centro di Senigallia, in particolare il Ponte 2 Giugno e la zona portuale. Nel mirino le modalità di realizzazione del ponte per la presunta violazione di alcune prescrizioni. Ora il procedimento arriverà il 4 dicembre al vaglio del gip di L’Aquila per rinvii a giudizio, proscioglimenti o riti alternativi.
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