Nella serata di sabato Israele ha attaccato il porto della città di Hodeida controllata dagli Houthi, nello Yemen occidentale.
Il raid è giunto dopo che un drone Houthi aveva colpito Tel Aviv, uccidendo un uomo. Prese di mira strutture di stoccaggio del carburante nel porto di Hodeida (al-Hudaydah). Con quasi mezzo milione di abitanti è la quarta città più grande del Paese. L’operazione è stata denominata “Long arm”, è stata portata avanti con aerei da guerra ed ha provocato anche 3 morti e 87 feriti.
“Il messaggio è che Israele sa agire a distanza. – ha detto Daniel Hagari, portavoce dell’Idf, l’esercito israeliano – Si è trattato di un attacco complesso che ha richiesto pianificazione e preparazione. Siamo preparati in tutti i settori. La protezione non è ermetica e bisogna agire secondo le istruzioni”. L’attacco dell’aeronautica israeliana aveva lo scopo di impedire agli Houthi di importare armi iraniane, oltre a causare danni finanziari al gruppo sostenuto dall’Iran.
Secondo l’esercito israeliano, il porto di Hodeida viene utilizzato ripetutamente per importare armi dall’Iran, e è visto come un obiettivo militare legittimo. L’attacco arriva in risposta a più di 220 droni, missili da crociera e missili balistici lanciati dagli Houthi contro Israele negli ultimi nove mesi di guerra. Ovvero dall’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. I miliziani sciiti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, sono da dieci anni la principale forza militare e istituzionale del martoriato Paese arabo.
La risposta degli Houthi non si è fatta attendere. Le forze aeree Aerial Defense Array hanno intercettato un missile che si è avvicinato al territorio israeliano dallo Yemen utilizzando il sistema di difesa aerea Arrow 3. Il razzo non è entrato nel territorio israeliano. Le sirene sono state suonate in seguito alla possibilità di caduta di schegge.
Yemen, il premier di Israele: “Colpiti obiettivi a 1800 km”
“Chiunque desideri vedere un Medio Oriente stabile e sicuro dovrebbe opporsi all’asse del male iraniano e sostenere la lotta di Israele contro l’Iran e le sue metastasi: sia nello Yemen, sia a Gaza, sia in Libano, ovunque. – ha detto il premier Benyamin Netanyahu – Questa operazione ha colpito obiettivi a 1.800 km dai nostri confini. Rende chiaro ai nostri nemici che non esiste luogo in cui non possa arrivare il lungo braccio dello Stato di Israele”.
Il primo ministro ha intenzione di recarsi negli Stati Uniti come previsto questa settimana. Oltre all’incontro programmato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca lunedì e al suo discorso alla sessione congiunta del Congresso mercoledì, Netanyahu ha intenzione di incontrare il candidato repubblicano alla presidenza ed ex presidente Donald Trump.