Due team di ricercatori hanno scoperto che il cambiamento climatico sta spostando l’asse di rotazione del pianeta e allungando le giornate.
“In appena 100 anni, gli esseri umani hanno alterato il sistema climatico a un livello tale che stiamo vedendo l’impatto sul modo in cui il pianeta gira”, ha spiegato Surendra Adhikari, coautrice di due articoli e geofisico presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa nel sud della California. Gli articoli sono stati pubblicati nelle scorse ore su Nature Geoscience e su National Academy of Sciences.
“Responsabili” dello spostamento dell’asse di rotazione del pianeta, 10 metri in 120 anni, e dell’allungamento delle giornate sarebbero lo scioglimento dei ghiacci, la diminuzione delle falde acquifere e l’innalzamento dei mari. La ridistribuzione del ghiaccio e dell’acqua si verifica quando le calotte glaciali e i ghiacciai si sciolgono più di quanto non crescano. E quando le falde acquifere perdono più acqua sotterranea di quella che le precipitazioni ne ricostituiscono.
I conseguenti spostamenti di massa fanno oscillare il pianeta mentre ruota e il suo asse cambia posizione. Si tratta di un fenomeno chiamato movimento polare, al centro del primo studio pubblicato dai ricercatori. Provocano inoltre un rallentamento della rotazione terrestre. Analizzando il movimento polare nel corso di 12 decenni, gli scienziati hanno attribuito quasi tutte le oscillazioni ai cambiamenti nelle falde acquifere, nelle calotte glaciali, nei ghiacciai e nel livello del mare.
Il secondo articolo, invece, riguarda la durata del giorno. I ricercatori hanno scoperto che, dal 2000, le giornate si sono allungate di circa 1,33 millisecondi ogni 100 anni, un ritmo più veloce che in qualsiasi momento del secolo precedente. La causa sarebbe da ricondurre allo scioglimento accelerato dei ghiacciai e delle calotte glaciali dell’Antartide e della Groenlandia a causa delle emissioni di gas serra.
Inizialmente gli scienziati monitoravano il movimento polare misurando il movimento delle stelle. Successivamente sono passati all’interferometria di base molto lunga, che analizza i segnali radio dei quasar, o al raggio laser satellitare. I ricercatori ipotizzano da tempo che il movimento polare fosse il risultato di una combinazione di processi all’interno della Terra e in superficie.
Gli scienziati sanno, attraverso le registrazioni storiche delle eclissi, che la lunghezza del giorno è in aumento da millenni. Sebbene sia quasi impercettibile per gli esseri umani, il ritardo deve essere tenuto in considerazione perché molte tecnologie moderne, incluso il Gps, si basano su una misurazione precisa del tempo.
Negli ultimi decenni, il più rapido scioglimento delle calotte glaciali ha spostato la massa dai poli verso l’oceano equatoriale. Questo appiattimento fa sì che la Terra deceleri e il giorno si allunghi, in modo simile a quando un pattinatore sul ghiaccio si abbassa e allarga le braccia per rallentare una rotazione.
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