Le autorità questa mattina sono tornati a Mazara del Vallo: sarebbe qui il “covo” utilizzato da Matteo Messina Denaro.
Antimafia, carabinieri e polizia di stato sono alla ricerca di questi luoghi sin dal giorno dell’arresto del boss mafioso, avvenuto il 16 gennaio 2023. Al loro interno potrebbero trovarsi documenti e dispositivi elettronici che a loro volta svelerebbero nuovi segreti sulla latitanza, sui fiancheggiatori, sulla rete e sui rapporti sul capo indiscusso della mafia trapanese, deceduto per un cancro il 25 settembre scorso, otto mesi dopo la cattura.
Per tutti questi motivi la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo ha disposto l’esecuzione di perquisizioni ed ispezione di luoghi in una zona residenziale di Mazara del Vallo, non lontano da Trapani. In azione ci sono gli investigatori della polizia di stato e dei carabinieri. L’area sarebbe stata individuata dagli investigatori dello Sco (Servizio Centrale Operativo) della polizia e del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) dei carabinieri.
Le forze dell’ordine stanno ricostruendo i movimenti di Matteo Messina Denaro nei mesi precedenti l’arresto. All’interno del complesso individuato a Mazara del Vallo il boss avrebbe avuto la disponibilità di un’unità immobiliare. La Dda di Palermo ha disposto la perquisizione e il controllo di tutti i garage del complesso residenziale. Nonché una ispezione dei luoghi per verificare se alcune chiavi trovate al latitante e ai suoi fiancheggiatori aprano appartamenti e locali della struttura.
Il complesso si trova in via Castelvetrano 45/c. Polizia e carabinieri hanno analizzato anche gli spostamenti dell’auto, un’Alfa Romeo, con cui il boss latitante si spostava. Inoltre le forze dell’ordine hanno ripassato al setaccio le riprese e analizzato le celle agganciate dal suo cellulare. Hanno così scoperto che in una occasione il capomafia e la sua amante, Lorena Lanceri, attualmente detenuta e condannata a 13 anni per mafia, si erano dati appuntamento in un luogo vicino Mazara.
Nelle immagini si vedrebbero le loro auto attraversare la visuale di una videocamera e comparire sotto un altro occhio elettronico un’ora dopo. Un elemento che ha spinto gli investigatori a pensare che i due si fossero dati appuntamento in un luogo tra le due telecamere. La polizia, che aveva sequestrato le chiavi trovate al boss, ha scoperto inoltre che una di esse apriva il cancello del residence di via Castelvetrano.
Gli investigatori stanno ora tentando di verificare se tra le diverse altre chiavi sequestrate qualcuna apra appartamenti o garage del complesso immobiliare. Dalla cattura del boss gli inquirenti hanno sempre avuto il sospetto che Messina Denaro avesse uno o più covi segreti, ancora mai rintracciati, in cui nascondeva documenti e computer. L’obiettivo dell’attività di oggi è proprio quello di individuarli.
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