Perché secondo gli investigatori Louis Dassilva ha ucciso Pierina Paganelli: il movente, la carnagione, l’alibi

La polizia ha arrestato Louis Dassilva, unico indagato per la morte di Pierina Paganelli, uccisa a Rimini la notte del 3 ottobre.

L’operazione è stata effettuata dagli agenti della squadra mobile, diretti dal commissario capo Marco Masia, coordinati dalla Procura di Rimini. I poliziotti hanno notificato al 34enne senegalese Dassilva la custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale romagnolo. L’uomo è accusato di omicidio con tre aggravanti: i futili motivi; avere agito con crudeltà nei confronti della vittima; avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.

Perché secondo gli investigatori Louis Dassilva ha ucciso Pierina Paganelli: il movente, la carnagione, l'alibi
Louis Dassilva arrestato per l’omicidio di Pierina Paganelli (Ansa Foto) – inews24.it

Il movente è stato individuato nella relazione amorosa extraconiugale, e nel timore della sua scoperta, che univa come unisce l’indagato a Manuela Bianchi, nuora della vittima. Proprio la donna ha scoperto la mattina del 4 ottobre il cadavere di Pierina, di 78 anni, uccisa con 29 coltellate. Il corpo si trovava nel garage di casa sua. Bianchi è stata ascoltata questa mattina come persona informata sui fatti. Davide Barzan, consulente legale della nuora della vittima ha fatto sapere che “Manuela non ha nulla da nascondere“.

L’omicidio è stato commesso il 3 ottobre 2023 alle ore 22 e 13 a Rimini, in via del Ciclamino, all’interno di un vano della zona garage del condominio, il Villaggio San Martino, dove la vittima abitava. Una delle ultime coltellate ha attinto la regione sottoclaveare destra, raggiungendo l’aorta intrapericardica, uccidendo Pierina dopo pochi secondi. Dassilva ha sempre dichiarato di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo.

Le immagini della videosorveglianza dell’area hanno ripreso il presunto assassino, un soggetto (ripreso di spalle), che camminava in direzione del portone del civico 31. Immagini decisive, nonostante la scarsa qualità, per la svolta odierna delle indagini. Tramite analisi tecniche è stato accertato che il soggetto ripreso era sicuramente di carnagione scura e che la sua andatura era caratterizzata da un marcato movimento della spalla destra.

Inoltre, stando a quanto comunicato dagli inquirenti, nessuno è entrato nel condominio o in quelli limitrofi al momento dell’omicidio. E l’unica persona di colore residente nella zona è Louis Dassilva. A corroborare le accuse poi la corporatura, l’altezza, ed il fatto che il senegalese è destrimano. Ad uccidere la 78enne, infatti, come risultato dagli accertamenti medico-legali, è stata una persona che teneva l’arma con la mano destra.

L’alibi di Dassilva, insomma, non ha retto. Ulteriori accertamenti hanno dimostrato che nel lasso di tempo in cui si è compiuto l’omicidio l’uomo era sveglio e prima e dopo l’aggressione ha utilizzato il cellulare e la piattaforma Netflix. Tra le 22 e 06 e le 22 e 38, quindi, secondo il gip, Dassilva sarebbe sceso al piano seminterrato, avrebbe ucciso Pierina, sarebbe uscito dal condominio per disfarsi dell’arma ed avrebbe fatto rientro nella sua abitazione al civico 31.

La relazione tra Dassilva e Bianchi

La relazione tra Dassilva e Bianchi è stata ricostruita dalle indagini grazie a plurime intercettazioni, comprese quelle telematiche, sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva. Secondo il gip l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali. L’azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi. Conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone. Che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’ arrivo dell’ autovettura della vittima.

La vittima Pierina Paganelli (Ansa Foto) – inews24.it

Una relazione “proibita” quella di Manuela che rischiava l’espulsione dai testimoni di Geova. Proprio nell’ultimo incontro prima della morte di Pierina, gli anziani avrebbero dovuto decidere le sue sorti. Da ricordare anche che Giuliano Saponi, marito di Manuela e figlio di Pierina, si trovava in ospedale al momento dell’omicidio. Pochi giorni prima era stato ridotto quasi in fin di vita da un incidente stradale, investito da un pirata della strada mentre era in bici. Anche su questo incidente si sono concentrati gli sforzi degli inquirenti, ma i collegamenti si sono rivelati insussistenti.

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