Si è concluso a Wasghington, negli Stati Uniti, il vertice Nato in occasione del 75esimo anniversario dell’Alleanza Atlantica.
A concludere i lavori il presidente Usa Joe Biden, le cui parole erano attese anche per il prosieguo della corsa alla Casa Bianca. Nuovi lapsus hanno rischiato di rovinargli l’attesissima conferenza stampa alla fine del vertice Nato. La prima dopo il disastroso dibattito tv sulla Cnn contro il candidato repubblicano Donald Trump. Al confronto con i giornalisti l’81enne commander-in-chief si è mostrato più determinato che mai a correre per un secondo mandato.
“Sono il più qualificato – ha detto Biden – e l’unico in grado di battere Trump”. Il presidente, però, ha avuto l’ennesimo lapsus presentando il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky sul palco come “Putin”. Biden si è ripreso subito dall’errore ma lo strafalcione ha fatto il giro dei media Usa e gli è stato anche riproposto in conferenza stampa. Pochi minuti dopo, un nuovo svarione. Biden ha detto “vicepresidente Trump” parlando della sua vice Kamala Harris.
Gaffe a parte, Biden ha rivendicato il merito della sua azione internazionale che ha consentito l’allargamento della Nato con l’adesione di Svezia e Finlandia. Nonché il varo di una coalizione di 50 nazioni per sostenere Kiev. Riguardo alla Cina, che nella dichiarazione congiunta del vertice è stata duramente presa di mira dai leader dell’alleanza, Biden ha affermato che Pechino “deve capire che il suo popolo non trarrà benefici economici” se persevererà nel fornire alla Russia informazioni e capacità belliche. E se collaborerà con la Corea del Nord per sostenere l’esercito di Mosca.
Quattro i punti fondamentali emersi dal vertice: il “cammino irreversibile” per l’adesione dell’Ucraina alla Nato; legami più stretti con le democrazie dell’Indo-Pacifico per contrastare una Cina che starebbe dando un contributo fondamentale allo sforzo bellico russo; un rappresentante speciale per il fianco Sud dell’Alleanza; l’impegno di ogni Stato membro a elaborare piani per potenziare e modernizzare la propria industria della difesa.
Zelensky ha incassato la fornitura di quattro sistemi di difesa antiaerea Patriot e di componenti per operarli da Usa, Germania, Romania, Olanda e di una batteria Samp-T dall’Italia. Verranno inoltre trasferiti caccia F-16 da Olanda e Danimarca. Il posizionamento di missili a lungo raggio in Germania sta già creando diverse tensioni con la Russia. Dmitry Medvedev, vicecapo del Consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato che Mosca dovrebbe “fare in modo che questo percorso irreversibile dell’Ucraina verso la Nato porti alla scomparsa dell’Ucraina o della Nato. O meglio di entrambe. Stiamo procedendo con passo deciso verso la Guerra Fredda”.
Anche la reazione della Cina non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha respinto le “accuse infondate” della Nato secondo cui Pechino starebbe aiutando la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Wang ha affermato che “la Cina non accetta assolutamente le accuse, siamo sempre stati una forza per la pace e la stabilità. I valori della Cina non dovrebbero essere usati come motivo per la Nato di incitare il confronto. La Nato rimanga entro i suoi limiti”.
A margine del vertice la premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente ucraino. “Si è trattato di un vertice molto importante per il 75mo anniversario. Soprattutto alla luce di uno scenario che sta mutando velocemente. – ha detto la presidente del Consiglio – Bisogna dare risposte concrete a questo scenario e sono state date nelle conclusioni del vertice. Fermo restando che la Nato non è in guerra con la Russia, sono stati annunciati importanti strumenti di sostegno per l’Ucraina, in tema di coordinamento sugli aiuti e in tema di addestramento”.
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