Proseguono le indagini sulla morte di Alex Marangon: vigili del fuoco e carabinieri in azione con i droni a Vidor.
Un nuovo sopralluogo durato oltre quattro ore che, purtroppo, non avrebbe condotto ufficialmente a nessun nuovo elemento. L’accertamento è stato compiuto questa mattina dalle squadre dei vigili del fuoco. Nel mirino il terrazzamento di pietra che chiude il giardino davanti all’abbazia di Vidor. Si tratta del punto dal quale Alex Marangon sarebbe caduto nel vuoto per finire nel fiume Piave.
I droni portati sul posto non hanno notato alcun segno o traccia riferibile alla caduta di un corpo lungo la parete di quindici metri che termina vicino all’acqua. Proprio grazie ai droni sono state fatte le riprese video dell’area, nascosta tra una fitta boscaglia. Per completare l’ispezione visiva che era stata chesta dalla Procura di Treviso, i vigili del fuoco si sono calati con delle corde lungo la parete, controllandola palmo a palmo.
Intanto a Marcon, in provincia di Venezia, cittadina dov’era residente il barista 25enne Alex Marangon, si terrà domani il funerale. Un unico momento ma in realtà due cerimonie diverse. Una religiosa e una laica. Alex è stato trovato morto in un isolotto del fiume Piave alle Grave di Ciano il 2 luglio dopo aver partecipato a Vidor ad un rito sciamanico. Il rito religioso sarà celebrato alle 10 di domani all’interno della chiesa dei Santi Patroni d’Europa di Marcon.
Al termine della messa, all’esterno della chiesa vi sarà un momento in cui gli amici gli dedicheranno musiche e danze. Facendo poi volare in aria dei palloncini. Tornando al sopralluogo di questa mattina, davanti all’abbazia sconsacrata di Vidor hanno operato una decina di vigili del fuoco del nucleo speleofluviale e tecnici con i droni provenienti da Treviso e da altri compartimenti della regione, oltre ai carabinieri.
Sono stati scandagliati, in particolare, con l’ausilio di lunghe scale e dell’occhio dei droni, il terrazzamento di pietra che chiude il giardino davanti all’abbazia e la scarpata sottostante. Si tratta di una parete alta 15 metri, ripidissima, ricoperta da un groviglio di piante, che finisce nel Piave. L’obiettivo era trovare tracce ematiche o di altro tipo e verificare la reale traiettora di caduta per spiegare con certezza se Alex sia scivolato involontariamente. O, viceversa, sia stato gettato da qualcuno dei presenti al rito sciamanico giù dal terrazzamento.
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