Penna per Mina (e non solo), voce e chitarra inconfondibile, Luca Rustici ci racconta il suo ultimo lavoro e i suoi prossimi progetti artistici.
Non capita tutti i giorni di incontrare un artigiano della musica, scoprire cosa si prova a respirare, vivere e creare testi, sonorità e impressioni, dando vita a qualcosa che sino a qualche momento prima era energia ed emozione. Chiacchierare con Luca Rustici ci ricorda, in un mondo che va sempre più veloce e perde nel tragitto il contatto con le persone, l’importanza di dare un volto e una tonalità a quello che proviamo tutti i giorni, alle paure del presente alla malinconia del passato.
Rustici sente, prova e realizza e, dal scorso aprile, è tornato in coppia con Raiz con ‘Na Casa Mmiez’ ‘o Mare’, un pezzo che parla della Napoli più profonda, lontana dal racconto odierno dei social, e vicina al sogno ricorrente di andare, con il cuore che vuole restare.
Luca Rustici in coppia con Raiz in attesa del nuovo tour
Con oltre 8milioni di copie vendute, tra dischi propri e produzioni alle quali ha preso parte, Luca Rustici nei suoi anni di carriera ha sperimentato, creato e ricercato stile nuovi e mai banali. Dal 2004 dirige la casa di produzione, da lui stesso fondata, L’n’R Productions con sede a Milano. Tanti i giovani talenti che hanno trovato in Rustici una guida, come Ania, vincitrice della 59° edizione del Festival di Sanremo, nella sezione Giovani.
Come nasce ‘Na Casa Mmiez’ ‘o Mare’?
Il modus operandi era sempre: ‘Non ce la faccio più, me ne voglio andare da qui’, sottoforma di metafora più poetica, dove il protagonista va a vedere questa casa, bellissima. Qualcosa che ritorna: ‘Me ne voglio andare con tutto quello che ho guadagnato’. Una sera a Roma ho cantato una parte di questo pezzo su una base hip-hop, praticamente creandolo in quel momento. Subito mi sono detto: ‘Questa parte è perfetta per Raiz’, e il giorno dopo l’ho chiamato e gli ho detto: ‘Ti piacerebbe fare questo pezzo?’. Lui mi ha risposto che sarebbe stato fantastico e siamo andati insieme a creare nello studio di registrazione.
Da dove arriva Luca Rustici e come entra nel mondo della musica?
“Sono nativo della Sanità, però poi mi sono spostato a Secondigliano, vivendo tutta l’evoluzione del quartiere 167, Rione Monterosa. Quando sono andato lì a vivere non c’era nulla, solo arance e grano. E dunque vivono in me i pro e contro l’essere cresciuto in quel quartiere. I miei fratelli sono stati un punto di riferimento, mio fratello Danilo (il più grande della famiglia) è stato chitarrista e fondatore degli Osanna. Un altro fratello, Corrado, è un produttore di successo. Vivevo tra le loro chitarre, anche se ho mosso i primi passi come batterista. Dopo aver scritto i miei primi pezzi mi sono detto: ‘Qua devo capire cosa sono’. Mi sono messo a studiare e ho fatto tutto il percorso della gavetta che allora bisognava fare, ho iniziato a suonare nei club con altri musicisti napoletani ed ho iniziato a fare registrazioni”.
Poi una carriera straordinaria, costellata da collaborazioni stellari: Mina, Adriano Celentano, Claudio Baglioni, Andrea Bocelli e Patty Pravo, solo per citarne alcuni.
Dall’84 al ’90, praticamente, di giorno in uno studio e di notte in un altro studio. Mi sono fatto le ossa sul campo, tutto quello che conosco è perché ho lavorato duramente, senza lasciare niente al caso. La musica in quel periodo si faceva con una condivisione emotiva e musicale mentre adesso è solo un intrattenimento fatto da registrazioni remote. Sono stato fortunato perché le tante mansioni che svolgo nella musica, in più step, dai testi alla produzione hanno reso possibile queste collaborazioni. Per Mina ho scritto tre canzoni: Alibi, Sono le tre e Come la luna. Ho cercato di assimilare da questi grandi artisti il fluido che ti può regalare emozioni indimenticabili”.
Chi manca in questo luminoso appello?
Tra gli artisti italiani mi manca Vasco Rossi, ma anche Laura Pausini e Eros Ramazzotti. Il mio sogno? Beh, si chiama Peter Gabriel.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Sto lavorando a dei nuovi singoli e ad una produzione, insegno al conservatorio di Reggio Calabria. Inoltre, sto lavorando per il tour che inizierà quasi sicuramente dopo l’estate, e i concerti si terranno in posti piccoli perché voglio riavere il contatto con il pubblico”.
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