Il Dicastero per la Dottrina della Fede, organo del Vaticano, ha scomunicato latae sententiae monsignor Carlo Maria Viganò.
La decisione definitiva è stata presa ieri dal Congresso del Dicastero per la Dottrina della Fede. Concluso quindi il processo penale extragiudiziale a carico di Viganò accusato del delitto riservato di scisma. La decisione è stata comunicata anche allo stesso monsignore.
“Sono note le sue affermazioni pubbliche – si legge in una nota del Dicastero – dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II. Monsignor Carlo Maria Viganò è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma. Il Dicastero ha dichiarato la scomunica latae sententiae. La rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica”.
Negli ultimi anni l’arcivescovo Carlo Maria Viganò aveva dichiarato di non riconoscere la legittimità del Papa e del Concilio Vaticano II. In passato aveva anche accusato Papa Francesco di avere insabbiato le denunce di abusi sessuali contro il cardinale Theodore McCarrick. Lo scorso anno ha fondato l’associazione Exsurge Domine ed ha istituito il seminario Collegium Traditionis a Viterbo per fornire formazione ai seminaristi non disposti ad accettare “gli errori del Concilio Vaticano II o le deviazioni di Bergoglio”.
Per tutta risposta, subito dopo la scomunica, Viganò ha fatto sapere che “come ogni mese, anche questo primo venerdì dedicato al Preziosissimo Sangue celebrerò la santa messa per gli amici e i benefattori della fondazione Exsurge Domine”. “Assieme a loro, – ha scritto – porterò ai piedi dell’Altare anche tutti coloro che hanno voluto esprimermi sostegno e assicurarmi le loro preghiere in questo momento“.
Inoltre Viganò ha invitato “tutte le persone di buona volontà a contribuire secondo i loro mezzi con una donazione alla Fondazione Exsurge Domine. In modo particolare la formazione tradizionale di sei giovani seminaristi”. L’ex nunzio apostolico ha pubblicato sui social media il testo del decreto con il quale è stato scomunicato. “Ciò che mi è imputato – ha continuato – come colpa per la mia condanna è ora messo agli atti, a conferma della Fede Cattolica che integralmente professo“.
Viganò ha quindi citato il Vangelo di Luca: “Ai miei Confratelli dico: se voi tacerete, grideranno le pietre”. Nel documento della Dottrina della Fede ci sono anche le considerazioni dell’avvocato di ufficio. Viganò non si è presentato in tribunale e non ha mandato un suo legale. Tra le considerazioni dell’avvocato si legge: “Imporre una simile censura a monsignor Viganò sarebbe un atto infruttuoso e servirebbe solo ad infiammare un’opinione pubblica già divisa“.
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