In queste ore sono stati diffusi i risultati dell’autopsia: Alex Marangon, 25enne di Marcon, in provincia di Venezia, è stato ucciso.
Il corpo del giocane è stato ritrovato il 3 luglio scorso sul greto del Piave, quattro chilometri dal punto in cui era stato visto vivo l’ultima volta. La morte è stata dovuta a cause violente e non accidentali. A confermarlo la Procura della Repubblica di Treviso la quale, a questo punto, procede per il reato di omicidio volontario. Ancora nessun nome, però, è stato iscritto nel registro degli indagati.
Ciò che è certo, per il momento, è che Alex non si è suicidato. Il 25enne barman è stato trovato morto nel Piave dopo aver partecipato a un rituale amazzonico in un’abbazia. Sul cadavere del giovane sono state individuate numerose ferite in testa, verosimilmente provocate da un oggetto contundente. L’esame è stato eseguito dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima. All’autopsia erano presenti anche i carabinieri.
Il giovane era conosciuto in Alto Adige, perché da alcuni anni lavorava come barista al lago di Caldaro. Il procuratore capo di Treviso Marco Martani ha detto che “il ragazzo è stato picchiato duramente”. Sono stati rilevati diversi colpi, alcuni anche alla testa, con un oggetto contundente. L’autopsia ha infatti escluso che la morte sia avvenuta per una caduta accidentale, non solo per la distribuzione di ecchimosi e ferite, ma anche perché l’esame ha rilevato un’emorragia interna al torace che gli ha fatto perdere molto sangue.
Ancora da verificare se, quando è stato aggredito, Alex Marangon era preda degli effetti dell’ayahuasca che aveva bevuto durante il rito sciamanico condotto dal musico e curandero colombiano Jhonni Benavides. Nei prossimi giorni saranno sentiti tutti, partecipanti e organizzatori, che erano con il ragazzo al Sol de Putumayo nell’abbazia di Vidor. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto tra le tre e le sei del mattino di domenica scorsa, quando il giovane era scomparso da tre ore e quindi sono stati chiamati i carabinieri.
L’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste la famiglia Marangon ha affermato che l’autopsia “restituisce un quadro inquietante, quello di una aggressione potente, sfuggente, nel corso di una colluttazione che male si concilia con il caso”. I familiari, tramite il legale, si sono appellati al gruppo di una ventina di persone che ha partecipato al rito all’abbazia sconsacrata di Vidor: “Con spirito di pietà, parlate: più persone sanno quello che è successo”.
L’allarme era scattato all’abbazia di Vidor dov’era andato per seguire una sorta di rito sciamanico. Alex a Vidor era andato con un conoscente dicendo che si recava ad una festa. È scomparso il 30 giugno e ritrovato privo di vita due giorni dopo. Il ragazzo, secondo alcuni testimoni, era stato visto allontanarsi dall’abbazia verso il Piave seguito da due persone che erano al raduno. I due, però, hanno detto di aver desistito nel seguirlo tornando sui loro passi.
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