Alla lunga lista di femminicidi avvenuti dall’inizio dell’anno si aggiunge oggi quello di Manuela Petrangeli.
Aveva 51 anni ed è stata uccisa dall’ex compagno con un fucile a canne mozze in strada a Roma. Con lei c’era Cristina, una collega, che le ha sentito pronunciare le ultime parole al figlio, poco prima di uscire dal lavoro.
“Ora mamma ti viene a prendere”, ha detto al telefono, poi si è diretta insieme con la collega Cristina verso l’uscita di Villa Sandra nella Capitale, dove lavorava come fisioterapista ed aveva appena ottenuto un contratto stabile. Mentre passeggiavano, l’ex è arrivato e le ha tolto la vita con un fucile a canne mozze.
“Aiutatemi”, le ha sentito dire Cristina, pochi secondi prima che si accasciasse a terra senza vita. Oggi per Manuela Petrangeli sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro prima di andare in ferie e trascorrere un po’ di tempo col figlio. Dopo il femminicidio, l’ex compagno, Gianluca Molinaro, 53 anni, si è costituito dai carabinieri, consegnando anche il fucile che ha usato per compiere il delitto. Lavorava come Oss al centro di riabilitazione Don Guanella.
Manuela Petrangeli, uccisa per strada dall’ex, il ricordo dell’amica
Secondo le prime ricostruzioni, la coppia non stava più insieme da tre anni e dalla relazione era nato un figlio che oggi ha nove anni e viveva con la madre nel quartiere Torresina. Era un amore di ragazza, non avremmo mai immaginato potesse succedere una cosa così”, ha dichiarato ai giornalisti Maria Cristina Franchitti, amica e collega di Manuela Petrangeli.
“Erano separati da circa tre anni ed era un rapporto normale, come quelli in cui ci separa con un bambino piccolo di mezzo”, aggiunge la donna, che non sa se ci siano state avvisaglie precedenti da parte dell’ex compagno che avrebbero potuto allarmare. “Non c’è stata nessuna avvisaglia, lei si comportava normalmente. Lavorava e credo anche lui, quindi non c’erano in mezzo questioni economiche”.
Manuela era “solare, una bravissima professionista”, come la descrive Maria Cristina. E quello di cui è rimasta vittima è “il solito femminicidio”.
“Una vera e propria esecuzione che addolora e sconcerta per la brutalità. Siamo immersi in una cultura maschile proprietaria che non sa elaborare una separazione, reagisce con violenza”. Con queste parole, la senatrice Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della Bicamerale sul femminicidio, commenta la morte di Manuela Petrangeli.
La violenza di genere, aggiunge, è “un fenomeno strutturale di cui non si può non prendere coscienza e occorre insistere sul piano dell’educazione, isolare e sconfiggere la violenza, rafforzare la rete di sostegno per le donne e i loro figli”.
“Da quanto apprendiamo, pare non ci fossero state avvisaglie prima di oggi, e la donna non avesse mai denunciato per tutelare il figlio. Due elementi dai quali, se confermati, si capisce quanto si tratti di un fenomeno strutturale che va invece superato ed estirpato. Le donne devono sentirsi libere di dire basta, devono poter denunciare in sicurezza, senza doversi preoccupare delle conseguenze”. Così, in una nota stampa, le parlamentari del Movimento 5 Stelle, componenti della Bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.
“Quello di oggi è l’ennesimo intollerabile femminicidio che avviene nel nostro Paese, al quale le Istituzioni devono reagire in maniera compatta, a partire dall’educazione al rispetto, al dialogo e alla parità di genere”. Questo il commento del sindaco di Roma Roberto Gualtieri.