Satnam Singh, i carabinieri di Latina hanno arrestato il suo datore di lavoro con l’accusa di omicidio.
La notizia arriva dalla Procura di Latina: Antonello Lovato, imprenditore agricolo, è indagato per aver abbandonato fuori casa l’operaio indiano che aveva perso un braccio in un macchinario avvolgiplastica. Le accuse a suo carico sono omicidio e omissione di soccorso.
Satnam Singh aveva 31 anni ed è morto all’ospedale San Camillo di Roma, dopo un ricovero di alcuni giorni. Era stato abbandonato davanti casa con il braccio tranciato e appoggiato sopra un cassetta della frutta. È rimasto per circa 90 minuti senza l’arto, prima del trasporto in ospedale in elisoccorso. Con lui c’era la moglie Sony, anche lei impiegata nella stessa azienda agricola.
“Sulla scorta delle risultanze della consulenza medico legale, la Procura ha varato l’ipotesi di reato inizialmente configurata (omicidio colposo) ed ha contestato il reato di omicidio doloso con dolo eventuale”. Così, in una nota, la Procura di Latina, che ha coordinato le indagini dei carabinieri. Il padre di Lovato, Renzo, nel 2019 è stato indagato per reati di caporalato e sfruttamento della manodopera.
Satnam Singh, la Procura: “Se soccorso, poteva salvarsi”
“La consulenza medico legale ha accertato che ove l’indiano, deceduto per copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato”, scrivono i magistrati. Satnam quindi, se fosse stato soccorso in tempo, oggi sarebbe ancora vivo.
“Le condizioni del lavoratore dopo l’infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso”. Investigatori e inquirenti hanno intenzione di far luce non solo sul delitto commesso, ma anche sulle condizioni di lavoro.
“L’indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire”, scrive il giudice per le indagini preliminari di Latina Giuseppe Molfese nell’ordinanza cautelare a carico di Antonello Lovato.
Satnam Singh non aveva un regolare contratto di lavoro e quando è rimasto ferito nessuno ha chiamato i soccorsi. È stato caricato su un furgone e abbandonato vicino casa. Questa tesi è stata confermata anche dallo stesso indagato, il datore di lavoro. La moglie Sony, impiegata nella stessa azienda agricola, gli implorava di chiamare l’ambulanza.
Antonello Lovato è assistito dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi e dopo l’arresto è stato ascoltato per diverse ore dai carabinieri della compagnia di Latina.