Il decesso di Vincenzo Lantieri, il bimbo disabile di 10 anni precipitato in un pozzo in provincia di Siracusa, è al centro delle indagini.
I magistrati al momento hanno iscritto sei persone nel registro degli indagati ma “non abbiamo completato gli accertamenti e il numero non è completo”, ha detto la procuratrice di Siracusa Sabrina Gambino. Quest’ultima ha voluto compiere personalmente un sopralluogo nell’azienda agricola in contrada “Falabia”, a Palazzolo Acreide, nel siracusano, dove si è consumata la tragedia. Insieme a lei anche il comandante dei carabinieri Gabriele Barecchia, che coordina le indagini dei militari.
Durante il sopralluogo, è stato passato al setaccio l’intero appezzamento di terreno. A quanto pare, il pozzo in cui il bimbo è caduto è al centro del piccolo parco giochi. Per cui è facile da raggiungere. Avrebbe attirato l’attenzione del piccolo di 10 anni che, prima di precipitare in fondo alla cavità, profonda 15 metri e per metà coperta d’acqua, ha compiuti dei balzi sulla copertura. Alcuni testimoni avrebbero raccontato che uno o più operatori avrebbero urlato al bambino di scendere.
Il fascicolo è stato aperto per omicidio colposo. Già indagati il proprietario della fattoria e gli educatori che avevano la responsabilità di vigilare sui ragazzi. La tragedia, infatti, è avvenuta nell’ambito di una fattoria didattica prevista dal campo estivo organizzato dall’Associazione Anffas (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo). Il proprietario della struttura, Giuseppe Giardina, sarebbe anche il presidente locale dell’Associazione.
“L’iscrizione – ha spiegato la procuratrice – è un atto dovuto a garanzia degli stessi indagati in vista dell’autopsia che verrà eseguita nei primi giorni della prossima settimana. Il criterio è quello di indagare tutte le persone che avevano un ruolo nella vigilanza dei ragazzi normodotati”. Al vaglio della Procura c’è anche la posizione della volontaria che si è calata nel pozzo per soccorrere la vittima. Si tratta di una donna di 54 anni poi salvata dai vigili del fuoco.
Gambino e il sostituto Davide Viscardi hanno iniziato a sentire i piccoli testimoni, gli amici della vittima che partecipavano alla visita, che avrebbero però fornito versioni diverse dell’accaduto. Alcuni hanno confermato che il bambino è salito sulla copertura del pozzo saltando e che ha sfondato la botola precipitando giù. Altri avrebbero riportato un diverso racconto dei fatti. Nelle prossime ore saranno interrogati due responsabili dell’associazione e poi tutti gli accompagnatori.
La Procura vuole anche verificare la tempistica dei soccorsi, chi era responsabile della sorveglianza dei bambini e se il pozzo fosse stato messo in sicurezza. Resta tutto da valutare il racconto di Salvatore La Rosa, un uomo che abita vicino all’area in cui si trova il pozzo. Tra le altre cose La Rosa ha affermato che i soccorsi sarebbero arrivati “dopo circa due ore”. I vigili del fuoco, però, hanno fatto sapere che “sono giunti alla Contrada Falabia in poco più di dieci minuti dalla chiamata di soccorso ricevuta dalla sala operativa”.
L’autopsia che si pensava fosse disposta nella giornata di oggi è slittata alla settimana prossima. Dunque la salma del piccolo resta ancora sotto sequestro e solo quando sarà concluso l’esame autoptico il cadavere sarà restituito ai genitori per la celebrazione del rito funebre. Rito che si svolgerà a Palazzolo Acreide. Disperata la madre della piccola vittima: “Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo. Ti amo“, ha scritto in un post su Facebook, ricevendo centinaia di commenti di cordoglio.
“Assistiamo avviliti a queste tragedie che avvengono sempre a causa dell’incuria. Come fu per Alfredino, mancano misure corrette di prevenzione. – ha detto Daniele Biondo, già presidente di Centro Alfredo Rampi – Dopo l’incidente di Vermicino abbiamo sempre combattuto. Siamo bravissimi nelle manovre di soccorso, ma dal punto di vista della prevenzione siamo ancora lontani”.
Il 10 giugno 1981 Alfredo Rampi, di 6 anni, cadde in un pozzo artesiano mentre giocava nelle campagne circostanti alla casa dei suo genitori, a Vermicino, vicino a Frascati, nel Lazio. Il bambino rimase incastrato a circa 36 metri di profondità per 60 ore. Le operazioni di salvataggio, seguite in diretta televisiva da milioni di italiani, coinvolsero numerosi soccorritori e volontari, ma furono complicate dalle ridotte dimensioni del pozzo. Il bimbo morì il 13 giugno.
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