L’agenzia spaziale statunitense sta preparando lunghe missioni sul satellite della Terra e sul pianeta rosso. Ma c’è bisogno di habitat.
I futuri esploratori potrebbero “far crescere” le case utilizzando dei funghi. La Nasa ha finanziato una ricerca all’Ames Research Center in California nell’ambito del programma Innovative Advanced Concepts (Niac) per promuovere la ricerca sull’habitat. Il nome del progetto che ha appena ricevuto 2 milioni di dollari è Mycotecture Off Planet ed è guidato da Lynn Rothschild, ricercatore senior di Ames.
“La Nasa si prepara a esplorare il cosmo ma ciò richiederà scienze e tecnologie che ancora non esistono. – ha affermato l’amministratore della Nasa Bill Nelson – I nostri team puntano ad idee visionarie con l’obiettivo di rendere possibile l’impossibile. Questa nuova ricerca rappresenta un trampolino di lancio mentre ci prepariamo a tornare sulla Luna per vivere, imparare, inventare, creare e quindi avventurarci su Marte e oltre”.
L’obiettivo di Mycotecture è utilizzare funghi e i fili sotterranei che comprendono la parte principale dei funghi, il micelio. Gli esploratori potrebbero viaggiare con un habitat compatto costituito da materiale leggero contenente funghi dormienti. Aggiungendo acqua, i funghi possono potenzialmente crescere attorno ad una struttura, pur essendo “contenuti” in modo sicuro per evitare di contaminare l’ambiente.
“Siamo impegnati a far progredire le tecnologie per trasportare i nostri astronauti, ospitare i nostri esploratori e facilitare ricerche preziose. – ha spiegato Walt Engelund, amministratore associato per i programmi nella direzione della missione della tecnologia spaziale presso la sede della Nasa a Washington – Investiamo in queste tecnologie durante tutto il loro ciclo di vita, riconoscendo il loro potenziale, a vantaggio dell’industria, della nostra agenzia e dell’umanità”.
Il progetto potrebbe consentire la realizzazione di un nuovo materiale multiuso per le costruzioni nello spazio, riducendo la massa e risparmiando risorse per ulteriori priorità di missione. Il team ha creato molteplici combinazioni di biocomposti a base fungina, ha fabbricato prototipi, ha testato materiali in un simulatore planetario. L’iniziativa potrebbe essere utilizzata anche sulla Terra oltre che su altri mondi. Mycotecture potrebbe essere usato per la filtrare l’acqua e per i sistemi che estraggono minerali dalle acque reflue.
Il lavoro nell’ambito del premio Fase III consentirà al gruppo di ricerca di ottimizzare le proprietà dei materiali. Ciò consentirà inoltre al team di progredire verso i test nell’orbita terrestre bassa. Le future applicazioni di questo progetto potrebbero includere l’integrazione nelle stazioni spaziali commerciali o in missioni sulla Luna con l’obiettivo finale dell’uso su Marte.
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