Caso Valeria Fioravanti: scambiarono la meningite per un mal di testa. Tre medici rinviati a giudizio dal gup di Roma.
L’udienza del processo è stata fissata per il prossimo 16 settembre. I professionisti che hanno avuto un ruolo nell’assistenza alla donna di 27 anni risponderanno dell’accusa di omicidio colposo.
Il calvario di Valeria, secondo la ricostruzione della Procura di Roma, cominciò il 25 dicembre del 2022, due giorni dopo essere stata dimessa da una degenza per un’operazione chirurgica di rimozione di un foruncolo infiammato. Il 29 dicembre, la giovane avvertì un forte mal di testa e decise di recarsi al pronto soccorso di un ospedale di Roma. Qui, secondo la Procura, i medici non accertarono la meningite, e le venne diagnosticata una una cefalea causata da un movimento “incongruo” mentre si lavava i capelli. Le venne prescritto un farmaco da assumere in dieci giorni.
Con il passare dei giorni però, la situazione per Valeria non migliorava. Così il 4 gennaio si recò presso il pronto soccorso di un’altra struttura ospedaliera della Capitale, lamentando mal di testa e di schiena. In questo caso i medici le diagnosticarono una lombosciatalgia, ovvero una sciatica, e le prescrissero una cura a base di Toradol. Per gli esperti della Procura, potrebbe essere stata proprio la Toradol a coprire tutti gli altri sintomi, rendendo complicata la diagnosi di meningite.
Due giorni dopo, un’altra corsa in ospedale. Da una tac emerse finalmente la meningite acuta in fase conclamata. Da lì cominciò una corsa contro il tempo per salvare Valeria Fioravanti, ma il quadro clinico ormai era drammatico nonostante i disperati tentativi di salvarla. La donna morì il 10 gennaio. Da allora la sua famiglia attende che venga fatta luce sulla sua morte. Oggi, intercettati a Piazzale Clodio, la madre e il padre, Stefano e Tiziana, si sono detti “soddisfatti” per come sta lavorando la magistratura. “Valeria ci manca come l’aria, siamo fiduciosi per il corso della legge. I magistrati stanno lavorando con molta cura, senza tralasciare niente”. Le loro parole, in questo video.
Tiziana e Stefano sono convinti che a causare la morte della figlia Valeria siano stati gli errori nella diagnosi: “È evidente che l’errore è stato fatto dai medici. Valeria non è stata messa sotto osservazione. Non hanno provato a curarla, le hanno dato un antidolorifico. Non ci sono parole, una ragazza che viene al pronto soccorso per quattro volte, sempre in condizioni peggiori, ogni volta le hanno cambiato cura. In quindici giorni sono riusciti ad ucciderla”.
Nel primo pomeriggio di oggi a Roma è scoppiato un incendio alle pendici di Monte…
I meteorologi lo hanno ribadito: l'Italia resterà senza estate ancora per molto. Una condizione che…
Il Ministero della Difesa della Russia ha fatto sapere di aver cominciato la terza fase…
C'è grasso e grasso. Non sempre si tratta di un nemico della salute. L'adipe non…
Secondo i dati diffusi dall’Ispra in sei mesi in Italia sono stati rilevati 615 incendi…
Secondo uno studio dell’Oms quasi un quarto delle ragazze adolescenti che hanno avuto una relazione…