Allarme in Bolivia dove nelle scorse ore è stato effettuato un tentativo di golpe. Il capo dell’esercito Juan Jose Zuniga è stato arrestato.
Il generale è finito in manette dopo avere inviato soldati e carri armati a prendere posizione davanti agli edifici governativi in quello che il presidente Luis Arce ha definito un tentato “colpo di stato”. Le truppe e i carri armati sono entrati ieri pomeriggio in Plaza Murillo, la piazza storica dove si trovano la Presidenza e il Congresso, suscitando la condanna globale.
Uno dei carri armati ha tentato di sfondare una porta metallica del palazzo presidenziale. Circondato da soldati e otto carri armati, il generale Zuniga ha affermato che “le forze armate intendono ristrutturare la democrazia, per renderla una vera democrazia e non una gestita dalle stesse poche persone per 30, 40 anni“. Poco dopo soldati e carri armati si sono ritirati dalla piazza. Nelle ore successive Zuniga è stato catturato e costretto a salire su un’auto della polizia mentre si rivolgeva ai giornalisti fuori da una caserma militare.
“Generale, lei è in arresto“, ha detto a Zuniga il viceministro dell’Interno Jhonny Aguilera. “Nessuno può toglierci la democrazia che abbiamo conquistato“, ha detto Arce dal balcone del palazzo del governo davanti a centinaia di sostenitori. In precedenza aveva esortato “il popolo boliviano a organizzarsi e mobilitarsi contro il colpo di stato a favore della democrazia“, in un messaggio televisivo. L’ex presidente Evo Morales aveva preannunciato che si stava preparando “un colpo di stato” e aveva sollecitato una “mobilitazione nazionale per difendere la democrazia“.
La Bolivia è profondamente polarizzata dopo anni di instabilità politica. Il Movimento verso il Socialismo (Mas) che è al potere è lacerato da un conflitto interno tra i sostenitori di Arce e il suo ex mentore Morales. Quest’ultimo, che è stato il primo presidente indigeno della Bolivia, era estremamente popolare finché non ha tentato di aggirare la Costituzione e cercare un quarto mandato nel 2019. Morales ha vinto quelle elezioni ma è stato costretto a dimettersi dopo le proteste per presunte frodi elettorali, e ha lasciato il Paese. È tornato dopo che Arce ha vinto la presidenza nell’ottobre 2020.
Tentato colpo di stato in Bolivia: la condanna internazionale
Sei mesi fa, la Corte Costituzionale ha squalificato Morales dalle elezioni del 2025. Lunedì Zuniga era apparso in televisione dicendo che avrebbe arrestato Morales se avesse insistito per candidarsi di nuovo alle elezioni nel 2025. L’amministrazione Usa di Joe Biden ha assicurato di seguire da vicino gli eventi in Bolivia e invitato “alla calma“. Condanne ai movimenti di truppe sono arrivate anche da tutta l’America Latina, con i leader di Cile, Ecuador, Perù, Messico, Colombia e Venezuela che hanno chiesto il rispetto della democrazia.
Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva ha scritto: “Sono un amante della democrazia e voglio che prevalga in tutta l’America Latina. Condanniamo qualsiasi forma di colpo di stato in Bolivia“. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto “il rispetto della democrazia e dello stato di diritto“. L’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha affermato che la comunità internazionale “non tollererà alcuna forma di violazione del legittimo ordine costituzionale in Bolivia“.