In 30 anni al confine tra gli Stati Uniti ed il Messico sono morte tra le 10mila e le 80mila persone: cifre record per i migranti.
L’ampia forbice è causata dalla scarsità di informazioni disponibili in merito a migliaia di persone originarie dell’America latina. Decessi e sparizioni avrebbero raggiunto livelli record sotto l’amministrazione del presidente Usa Joe Biden.
I dati provengono da uno studio intitolato “Nothing but bones” di Human Rights Watch ed il Centro Colibrì per i diritti umani. Le politiche di “deterrenza” spingerebbero i migranti irregolari su terreni ostili che rendono l’attraversamento del confine meridionale degli Stati Uniti così pericoloso da scoraggiare le persone anche solo dal provarci.
I migranti che tentano la traversata si ritrovano nell’aspro e montuoso deserto di Sonora, dove le temperature oscillano tra il caldo torrido e il freddo gelido. O tra le correnti veloci del Rio Grande. Questo, senza considerare i muri di confine, il filo spinato, i soldati armati, le boe fluviali. Spesso vengono ritrovati corpi o resti umani di migranti che restano senza nome. I volontari utilizzano i test del Dna per identificarli.
“Gruppi criminali messicani – si legge nella nota di Human Rights Watch – e funzionari statali corrotti prendono sistematicamente di mira i migranti. Le denunce di persone scomparse raramente vengono risolte e i resti umani, anche nelle fosse comuni conosciute, rimangono non identificati”.
I migranti proverebbero ad attraversare il confine senza l’autorizzazione degli Stati Uniti per ricongiungersi con i propri cari, raggiungere la stabilità finanziaria o fuggire dalla violenza e cercare sicurezza. Secondo la ong, la strategia di deterrenza non è riuscita a ridurre il numero dei migranti ma ha arricchito gruppi criminali, tra cui contrabbandieri e rapitori. E sprecato miliardi di dollari dei contribuenti. Per alcuni agenti di frontiera il lavoro ha portato a danni morali e persino al suicidio.
“Quando le persone scompaiono, – hanno fatto sapere da Human Rights Watch – la polizia di frontiera statunitense fornisce alle famiglie un sostegno minimo o nullo. In effetti, non esiste una risposta coordinata da parte del governo per localizzare le persone scomparse nelle zone di confine. Inoltre, dopo la scomparsa, le famiglie vengono spesso prese di mira dagli estorsori, che affermano falsamente di aver catturato o di avere informazioni sui familiari e chiedono un riscatto”.
L’appello dei volontari è quello di porre fine alle politiche di deterrenza e creare percorsi più sicuri e legali per migrare. Nonché procedure più umane per i nuovi arrivati. Il governo dovrebbe anche aumentare i finanziamenti per ulteriori sforzi di ricerca, salvataggio e recupero. Quando il governo degli Stati Uniti regola la migrazione, deve farlo in modo rispettoso dei diritti umani,. Compreso il diritto alla vita, che dovrebbe essere fondamentale nelle politiche di frontiera e di immigrazione.
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