Filippo Turetta non voleva accettare che Giulia Cecchettin l’avesse lasciato e per questo quella sera l’ha uccisa con 75 coltellate.
Nel verbale dell’interrogatorio del giovane di Torreglia emerge un racconto freddo e tragico. Il testo è uscito oggi, a una ventina di giorni dalla celebrazione della prima udienza davanti al giudice dell’udienza preliminare di Venezia, nell’ambito del processo in cui Turetta risponderà delle accuse di omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking.
Giulia “voleva andare avanti senza di me, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo”. I due giovani erano in auto, quando Turetta urlava “che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me”.
Da qui scaturì la lite, una colluttazione, poi un colpo dopo l’altro, fino alla morte della giovane donna. “Era rivolta all’insù verso di me. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio. Era come se non ci fosse più”.
Il racconto è freddo e tragico allo stesso tempo. Turetta racconta al sostituto procuratore Andrea Petroni, nella confessione resa nel carcere di Verona tutti i dettagli di quella tragica notte.
Durante la confessione, il giovane ha raccontato la relazione con la vittima da gennaio 2022 fino alla fine nel 2023 e la serata trascorsa al centro commerciale per comprare le scarpe e cenare.
L’aggressione sarebbe avvenuta in due parti. Prima nel parcheggio di Vigonovo, quando Giulia rifiutava i regali che lui voleva farle, due pupazzi, una lampada e un libretto per bambini. “Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei”.
Quando Turetta minacciò il suicidio, Giulia scese dalla macchina dicendo: “Sei matto, vaffanculo, lasciami in pace”. A questo punto lui la colpì con un colpetto a un braccio, rompendo la lama che venne trovata durante le ricerche. “L’ho caricata sul sedile posteriore, lei ha iniziato a dirmi “cosa stai facendo? Sei pazzo, lasciami andare”, ha dichiarato.
Nella seconda sosta, Filippo Turetta tentò di chiudere la bocca a Giulia con lo scotch, e iniziò a colpirla con un altro coltello, uccidendola. Dall’autopsia al corpo della giovane, è emerso che i colpi sono stati 75, molti più di quelli confessati.
Dopo il femminicidio, prese il corpo, lo caricò nella Punto nera per poi abbandonarlo in Friuli e scappare da solo fino in Germania, dove venne preso il 19 novembre. Nell’interrogatorio Turetta racconta di aver provato a suicidarsi. A Barcis, prima di abbandonare il cadavere di Giulia “mi sono fermato in un punto in cui non c’erano case e sono rimasto un po’ lì. Ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi”, ma non ci riuscì.
Avrebbe tentato il suicidio anche in Germania, con un coltello: “Cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio per suicidarmi, ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ho avuto l’effetto opposto”.
Nel primo pomeriggio di oggi a Roma è scoppiato un incendio alle pendici di Monte…
I meteorologi lo hanno ribadito: l'Italia resterà senza estate ancora per molto. Una condizione che…
Il Ministero della Difesa della Russia ha fatto sapere di aver cominciato la terza fase…
C'è grasso e grasso. Non sempre si tratta di un nemico della salute. L'adipe non…
Secondo i dati diffusi dall’Ispra in sei mesi in Italia sono stati rilevati 615 incendi…
Secondo uno studio dell’Oms quasi un quarto delle ragazze adolescenti che hanno avuto una relazione…