“Finché avrà bisogno di me io ci sarò”: così Antonella D’Agostino a seguito della concessione dei permessi a Renato Vallanzasca.
“Ero certa della concessione”, ha spiegato D’Agostino, ex moglie del vecchio boss della mala milanese, in esclusiva per iNews24. “Ne ho parlato anche con gli avvocati. – ha continuato – Rinchiuso in carcere peggiora di giorno in giorno. Con i permessi può stare all’aperto o con persone che non siano solo agenti. Dopo 53 anni di carcere ho detto ai legali: ‘Vedrete che gli permetteranno di tornare in comunità e gli concederanno anche di trasferirsi in una struttura’”.
Vallanzasca è considerato uno dei più efferati criminali italiani. 74enne, ex boss della banda della Comasina, è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli per numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona. Attualmente è detenuto presso il carcere di Bollate e soffre di una patologia neurologica.
“Una cosa pazzesca, fuori dal normale. – ha detto l’ex moglie – Renato è l’unico detenuto ad essere in carcere di quell’epoca. Erano detenuti lui e Raffaele Cutolo. Cutolo è morto ed è rimasto solo lui. L’unica cosa che posso pensare è che hanno deciso di tenerlo dentro perché non stava bene”.
Il “Bel Renè”, com’era soprannominato, godeva già di permessi per andare in comunità ma l’ordinanza di un giudice li aveva bloccati. Nella revoca era stato fatto presente che le sue condizioni fisiche e psichiche erano tali che la comunità non gli poteva più garantire l’assistenza necessaria. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, invece, ha ritenuto che “gli spazi di libertà possono alleviare la patologia neurologica di Renato Vallanzasca, che ha trascorso un lunghissimo periodo in carcere e ha necessità di strutturare un percorso di risocializzazione che ad oggi sembra essere stato intrapreso con serietà“.
Un permesso premio di dodici ore, insomma, da trascorrere in una comunità terapeutica, accompagnato dall’amministratore di sostegno, un imprenditore e volontario, suo amico. L’obiettivo è comunque trasferirlo in una struttura. La difesa, infatti, presenterà a breve un’istanza di differimento pena, con detenzione domiciliare in un luogo di cura.
“Ho scritto diverse lettere con il cuore, ho fatto diversi appelli nel giro di pochi mesi. – ha spiegato D’Agostino – Ho fatto delle promesse a Renato, e le mantengo. Gli ho promesso che in qualsiasi caso avesse avuto bisogno di me io ci sarei stata, così come lui per me. Le nostre cose private, però, non devono interessare nessuno. Se faccio una promessa la mantengo. E non mi interessa delle donne che vanno a trovarlo, che non ho capito che funzione hanno. Quel fascino non c’è più, è malato”.
L’ex moglie di Renato Vallanzasca: “Spesso non si ricorda neanche di me”
Antonella D’Agostino, dapprima amica d’infanzia, è stata sposata dieci anni con Vallanzasca dal 2008 al 2018. Negli ultimi anni ha scritto numerosi appelli affinché l’ex marito potesse lasciare il carcere.
“Ho passato anni a portare pacchi a lui e ai suoi compagni di cella – si legge in una delle sue lettere – a raccogliere lettere d’amore che gli arrivavano da tutta Italia da donne, famose e sconosciute, da artisti e uomini di legge, e chi più ne ha più ne metta. Quanto deve pagare ancora perché possa morire in pace? E sia chiaro non da uomo libero, ma affidato a una struttura. Ormai lo avete piegato per sempre. Dimentichiamo gli occhi azzurri e il suo fascino. È l’ombra di sé stesso. Una larva umana. Che forse merita un po’ di pietà”.
Oggi ha avuto modo di parlare con lui? “No, sono stata male nell’ultimo periodo. – ha concluso D’Agostino – Da quello che mi dicono, anche se andassi a trovarlo, molte volte non si ricorda neanche di me. Qualcuno ha cercato di rammentargli, ma lui si ricorda di me solo di quando eravamo ragazzi. Si ricorda di Antonellina. Di Antonella non so se si ricorda. L’importante è che mi ricordi io”.