Il presidente russo Vladimir Putin è atteso dal leader Kim Jong-un in Corea del Nord per la firma di “un accordo di partenariato”.
I due discuteranno anche di “questioni delicate”. La conferma è giunta in queste ore dall’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov. Con Putin saranno a Pyongyang il ministro della Difesa Andrei Belousov, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, il vice primo ministro Denis Manturov, il vice primo ministro Alexander Novak e il capo dell’agenzia spaziale Roscosmos Yuri Borisov.
La visita durerà due giorni, inizierà nella serata di domani 18 giugno e si protrarrà per tutto il 19 giugno. Sono previsti negoziati in vari formati, compreso un formato allargato, e comunicazioni informali tra i leader. Proprio alle comunicazioni informali i leader dedicheranno molto tempo, poiché durante questi negoziati, ai quali possono partecipare alcuni membri della delegazione, saranno discusse le questioni più importanti e delicate.
Secondo quanto affermato da Ushakov, Putin e Kim Jong-un rilasceranno dichiarazioni alla stampa dopo aver discusso di sicurezza e di cooperazione nei settori dell’economia, dell’energia e delle telecomunicazioni. Poi il capo del Cremlino si sposterà in Vietnam per un’altra visita ufficiale. La partenza di Putin alla volta della Corea del Nord segue di poche ore la chiusura della conferenza per la pace in Ucraina che si è svolta in Svizzera sabato e domenica scorsi.
Mosca avrebbe accolto con favore gli esiti della conferenza in Svizzera, che ha visto 13 dei 93 Stati presenti negare il sostegno alla dichiarazione finale. Nel documento veniva tra l’altro ribadita l’esigenza di garantire “l’integrità territoriale” dell’Ucraina nell’ambito di ogni iniziativa di pace. Tra gli astenuti India, Brasile, Indonesia e Sudafrica. Assente dalla conferenza di pace la Cina.
La Russia ha ribadito che resta valida la “proposta di pace” illustrata dallo stesso Putin la settimana scorsa, e già dichiarata irricevibile dai Paesi occidentali. Vale a dire il ritiro delle truppe ucraine dalle quattro regioni (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) parzialmente controllate dai russi e l’impegno ufficiale di Kiev a non aderire alla Nato.
“La visita del presidente russo Vladimir Putin in Corea del Nord, domani e mercoledì – ha dichiarato oggi il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – dimostrerà la ‘dipendenza’ della Russia dai regimi autoritari. Questo dimostra fino a che punto il presidente Putin e Mosca sono ora dipendenti dai Paesi autoritari di tutto il mondo. I loro amici più stretti e i maggiori sostenitori dello sforzo bellico russo, la guerra di aggressione, sono la Corea del Nord, l’Iran e la Cina”.
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