Otto soldati israeliani sono rimasti uccisi in un’esplosione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. L’incidente è avvenuto questa mattina.
Si tratta del bilancio peggiore per un attacco da gennaio 2024. Tra i deceduti il capitano Wassem Mahmoud di 23 anni. Le famiglie degli altri sette soldati sono state già informate dalle autorità israeliane. Il veicolo blindato su cui viaggiavano i militari era in un convoglio nella zona nordovest dove i soldati alle prime luci dell’alba avevano ucciso circa cinquanta miliziani in combattimento. Il mezzo, il quinto o il sesto del convoglio, è esploso per un ordigno piazzato sulla strada o, forse, lanciato da un miliziano.
“È un sabato difficile. – ha detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz – Otto dei nostri migliori figli sono stati uccisi a Rafah. Pur conoscendo i pericoli sono entrati coraggiosamente a Gaza per completare la missione di distruggere Hamas e liberare gli ostaggi. Sapevano che avrebbero potuto sacrificare le loro vite, ma lo hanno fatto affinché potessimo vivere in questo paese. Rendo loro omaggio e abbraccio le loro famiglie”.
Proprio questa mattina funzionari della sicurezza israeliana avevano affermato che l’operazione militare a Rafah sarebbe terminata entro due settimane. Operazione che era cominciata all’inizio di maggio contro il movimento islamista palestinese Hamas. Rafah, insomma, rappresenterebbe un bivio per Israele. Qualora non si giungesse ad un cessate il fuoco attraverso i negoziati, le decisioni passeranno al “livello politico”. Il governo dello Stato ebraico sarà chiamato a decidere sui passi successivi da compiere.
E soprattutto a stabilire se mantenere il fronte di combattimento principale nella Striscia di Gaza o spostarlo nel Libano. Le forze israeliane potrebbero comunque mantenere il controllo del cosiddetto “Corridoio di Filadelfia”, una striscia di terra lunga quattordici chilometri al confine tra Gaza e l’Egitto, vicino a Rafah, e del Corridoio Netzarim, nella parte centrale della Striscia.
Diffusi, intanto, nuovi bilanci del conflitto. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (Unrwa) ha riferito che meno di un terzo delle strutture sanitarie nella Striscia di Gaza sono operative. “Gli ospedali in rovina – ha scritto l’Unrwa – le restrizioni all’accesso umanitario e la scarsità di forniture mediche e carburante stanno spingendo la situazione sanitaria oltre il livello di crisi”.
498 operatori sanitari sono stati uccisi dall’inizio della guerra israeliana a Gaza a ottobre
Secondo il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas, invece, almeno 37.296 persone sono morte e altre 85.197 sono rimaste ferite dall’inizio del conflitto. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha annunciato poi che 498 operatori sanitari sono stati uccisi dall’inizio della guerra israeliana a Gaza a ottobre.
A Betlemme, intanto, è arrivato l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei il cardinale Matteo Zuppi che ha visitato il Charitas baby hospital. Il cardinale ha voluto ricordare i bambini israeliani uccisi il 7 ottobre 2023 durante l’attacco terroristico di Hamas e quelli palestinesi morti a Gaza in questi otto mesi di guerra. “Alcuni di questi piccoli – ha detto Zuppi – sono stati curati negli ospedali italiani, anche a Bologna. Ho ascoltato da loro cose terribili, come amputazioni senza anestesia. Purtroppo, arriviamo sempre tardi per proteggere la vita. Dobbiamo preparare una vita che sia possibile per loro. Guardandoli capiamo cosa dobbiamo fare“.