Rissa alla Camera durante la discussione sull’Autonomia differenziata: undici deputati sono stati sospesi dall’Ufficio di presidenza.
L’Ufficio, presieduto da Lorenzo Fontana, in giornata aveva visionato i filmati relativi alla rissa scoppiata ieri nell’aula di Montecitorio e convocato i deputati coinvolti. Al termine delle “indagini”, sono scattati: 15 giorni di sospensione per Igor Iezzi della Lega; 7 giorni per Federico Mollicone, Gerolamo Cangiano e Enzo Amich, tutti e tre di Fdi; 7 giorni anche per Domenico Furgiuele, altro leghista, e Nico Stumpo del Pd; e 4 giorni per Leonardo Donno (che si era avvicinato al ministro Roberto Calderoli con la bandiera italiana prima della bagarre) del Movimento del 5 Stelle; 3 giorni per Vincenzo Amendola del Pd e Stefano Candiani della Lega; 2 giorni per Arturo Scotto e Claudio Stefanazzi del Partito Democratico.
Il presidente Fontana ha poi comunicato che “quanto accaduto nella seduta di ieri, nel suo complesso, deve essere gravemente stigmatizzato”. “Il confronto politico tra posizioni diverse, – ha continuato Fontana – anche su questioni politicamente altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri ovvero nella violenza e quindi, per questo, nella lesione del decoro dell’Istituzione. Non lo dico a tutela di una parte, ma a tutela dell’Istituzione tutta”.
La giornata alla Camera ed al Senato è stata comunque molto tesa. A Palazzo Madama, dove è in discussione il premierato, le senatrici di opposizione hanno occupato i banchi del governo in segno di protesta. A Montecitorio in risposta al vicesegretario della Lega Andrea Crippa, che aveva detto che “richiamare il comunismo con ‘Bella ciao’, sia un po’ peggio che richiamare gli incursori della Marina”, l’opposizione ha intonato proprio le parole della canzone e gridato “Fuori i fascisti”.
Le sedute sono state sospese più volte e le forze di minoranza che hanno continuato a sventolare i tricolori, abbandonando le aule. Per martedì, quando è atteso il voto finale in Senato sul premierato, le opposizioni hanno convocato una manifestazione a Roma. “Il nostro deputato Donno – ha spiegato il leader pentastellato Giuseppe Conte – voleva semplicemente consegnare il nostro tricolore al ministro Calderoli. Ne è nata una reazione inaccettabile. Lo hanno aggredito tanti deputati delle forze di maggioranza con minacce, spintoni, cazzotti e calci”.
“Siamo profondamente indignati per la decisione dell’Ufficio di Presidenza della Camera di comminare sanzioni assolutamente inadeguate per la brutale aggressione al collega Leonardo Donno, avvenuta durante la seduta di ieri. – hanno fatto sapere i deputati M5s – La decisione della maggioranza, con l’appoggio determinante di Italia Viva e +Europa, è uno schiaffo ai cittadini italiani e alla dignità di questa istituzione. Ai protagonisti della violenza sono state inflitte sanzioni irrisorie, ben inferiori a quelle deliberate in passato a componenti dell’opposizione per episodi di lievissima entità”.
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