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Animali domestici, cani e gatti portano felicità ma costano mille euro l’anno

Sono membri della famiglia e portano felicità, ma per sostenerli la spesa è di mille euro: emerge da uno studio sugli animali domestici.

La ricerca è a firma di Changes Unipol, è stata elaborata da Ipsos, ed è incentrata sul rapporto tra italiani e animali domestici. Partiamo dalle “note dolenti”, anche se a ben vedere il rapporto costi-benefici è più che a favore dei nostri amici a quattro zampe. Secondo lo studio la spesa per un cane o un gatto mmonta a 65 euro al mese per il mantenimento, pari a 780 euro l’anno, a cui si aggiungono 180 euro per le spese veterinarie, per un totale di 960 euro. Per chi ha cani o gatti la spesa mensile per il mantenimento sale a 69 euro tra chi ha cani e/o gatti; mentre il le spese mediche annuali ammontano 185 euro, per un totale di 1.013 euro.

Cani e gatti portatori di felicità (Ansa Foto) – www.inews24.it

Eppure la maggioranza degli italiani (56%) ha almeno un animale domestico, con cani (36%) e gatti (33%) che quasi si equivalgono, e un 20% vorrebbe averne. Il 79% dei proprietari considera gli animali domestici a tutti gli effetti membri della famiglia, mentre per il 63% degli intervistati non sostituiscono un figlio e, per un 75%, non sono una causa della denatalità che colpisce il nostro Paese.

Le generazioni più giovani tendono a spendere di più per la salute dei loro animali. Il possesso di un animale domestico, viene riferito, si traduce anche in un impegno in termini di tempo e risorse da dedicare alla sua cura: più della metà (il 54%) dei proprietari destina da 1 a 3 ore al giorno a questa attività, mentre l’11% si spinge fino a 5 ore e il 6% supera le 5 ore. Soltanto il 27% dedica cure al proprio animale per meno di un’ora al giorno.

La maggioranza degli italiani (il 56%) possiede almeno un animale domestico e, tra questi, soprattutto cani e gatti. Il 36% dichiara infatti di avere almeno un cane, mentre il 33% possiede almeno un gatto. La Generazione X (41-56 anni) ha la più alta percentuale di proprietari di Animali domestici (60%). Ha maggiormente gatti (nel 41% dei casi). La Gen Z (16-26 anni) preferisce i cani (41%). Tra i Millennial (27-40 anni) la presenza di Animali è la più bassa ed è pari al 52%. Ma si registra anche la quota più alta di chi vorrebbe averne (24% vs 20% di media nazionale).

Tra i Boomer (57-74 anni) si riscontra invece la maggiore quota di chi non è interessato ad avere animali (32% non li ha e non li vorrebbe vs 24% di media nazionale). Per i proprietari, l’animale domestico è un familiare a tutti gli effetti nel 79% dei casi. Quota che arriva ad alzarsi fino all’85% tra i Millennial. I Boomer si mostrano più distaccati: solo nel 67% dei casi considerano l’animale domestico come un membro della famiglia. Nella gran parte dei casi (92%) i proprietari affermano che il loro animale domestico non ha mai causato danni a persone o a cose.

Le generazioni più giovani tendono a spendere di più per la salute dei loro animali domestici

Nel fare un raffronto, per gli italiani prevalgono i vantaggi sugli svantaggi di possedere un animale. L’88% degli intervistati individua infatti degli aspetti positivi, mentre il 77% trova che ci sia almeno uno svantaggio. Nel dettaglio, i vantaggi prevalenti sono il fatto che gli Animali fanno compagnia (48% dei casi, percentuale che sale al 56% nella generazione più matura dei Boomers), portano felicità (46%) e migliorano la salute mentale (33%).

Per gli italiani prevalgono i vantaggi sugli svantaggi di possedere un animale (Ansa Foto) – www.inews24.it

Soltanto il 9% indica invece tra i vantaggi la possibilità di farsi difendere da aggressioni. Tra gli svantaggi, vengono invece individuati soprattutto le spese per tenerli in salute (26%). Poi c’è la necessità di trovare qualcuno che badi a loro in caso di assenza (26%). E il costo in termini di mantenimento (17%). In particolare, per i Boomer uno svantaggio importante è la necessità di portarli fuori con qualsiasi condizione meteo e in diversi orari (25% vs 16% di media nazionale). Mentre la Gen Z lamenta un po’ di più rispetto al totale nazionale la necessità di prestare loro attenzione e giocare con loro (12% vs 9%).

Francesco Ferrigno

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