Un mini-robot con il nome di Angelo Licheri o di Alfredino avrà la missione di recuperare i bambini nei pozzi, affinché tragedie come quella di Vermicino non accadano mai più.
L’idea arriva da Tullio Bernabei, uno degli speleologi che prese parte alla squadra dei soccorsi per recuperare il bambino di sei anni che cadde accidentalmente in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino Frascati.
Il robot sarà di piccole dimensioni proprio come Angelo Licheri, che si calò nel pozzo nel disperato e vano tentativo di salvare Alfredo Rampi. È frutto del lavoro portato avanti da un paio di anni dalla Protezione civile italiana, dall’Università de L’Aquila, Politecnico di Torino, dai vigili del fuoco e dal Corpo nazionale soccorso alpino.
È progettato per fare “quello che tentò di fare Angelo Licheri”, spiega Tullio Bernabei ai microfoni di iNews24. “Ne parleremo con gli altri partner”, ma “mi piacerebbe chiamarlo Alfredino o Angelo”. L’obiettivo del mini-robot è “entrare in pozzi di quelle dimensioni e raggiungere il bambino in sicurezza. E se non è possibile estrarlo per varie condizioni – spiega Bernabei – risolvere il problema dell’ipotermia, dell’alimentazione e dell’aria”.
Alfredino Rampi, il progetto del robot salva-vita
Mettere il bambino in sicurezza quindi, consentendogli di sopravvivere uno o due giorni e nel frattempo scavare un pozzo parallelo per raggiungerlo, come si tentò di fare Alfredino Rampi. Il Politecnico di Torino ha già progettato il prototipo, mentre l’Università de L’Aquila si sta occupando del software del robot. “Sarà guidato in virtuale con occhiali ed esoscheletro esterno. L’operatore si troverà all’esterno del pozzo e lo muoverà come se fosse lui il soccorritore, Angelo Licheri”, aggiunge Tullio Bernabei.
L’Italia ha partecipato a un bando europeo con Spagna e Slovenia e nelle prossime settimane è attesa una risposta. Dopo aver ottenuto il finanziamento, in massimo un anno e mezzo il mini-robot sarà pronto: “Sono molto ottimista che verrà approvato. Andremo in Slovenia, in Spagna e in Italia con i vigili del fuoco e lo proveremo nei pozzi. Se tutto funzionerà, potremo inviarlo in qualsiasi parte del mondo velocemente, soprattutto in India, dove due o tre bambini all’anno continuano a morire. E pure in altri Paesi, dove chissà quanti piccoli muoiono come Alfredino e nessuno lo sa. Se riusciremo a metterlo a punto, il prototipo sarà facilmente esportabile e si potrà comandare a lunghe distanze”.
Alfredo Rampi morì a sei anni il 13 giugno del 1981 dopo essere caduto accidentalmente in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino Frascati. La sua storia ebbe un impatto enorme, diventando il primo caso mediatico della storia italiana. Angelo Licheri fu uno degli ultimi soccorritori che tentò di scendere nel pozzo per riprendere il bambino.