Roberto Vannacci e Antonio De Caro, ma prima di tutti ancora Giorgia Meloni. Partite le prime analisi del voto complessivo alle europee.
Analisi che stanno restituendo una serie di statistiche che influenzeranno molto il quadro politico del prossimo futuro. Direzione Parlamento europeo, insomma, per molti volti noti come Roberto Vannacci, Ilaria Salis, Lucia Annunziata, Pasquale Tridico, Nicola Zingaretti, Cecilia Strada, Antonio Decaro, Stefano Bonaccini e Mimmo Lucano.
Per la questione preferenze partiamo proprio dalla premier in carica, candidata in cinque circoscrizioni, che ha raccolto 2,4 milioni di voti. In tutte le circoscrizioni si è registrato un divario enorme rispetto agli altri candidati. Nel nord-ovest, ad esempio, Meloni ha ottenuto circa 623mila voti e il secondo, Carlo Fidanza, 50mila. Secondo gli analisti i candidati avrebbero fatto tutti campagna elettorale in modo tale da la seconda preferenza alla loro leader. Record di preferenze, comunque, toccate da Silvio Berlusconi con Forza Italia ai massimi livelli.
In cinque circoscrizioni era candidato (da indipendente ma nella lista della Lega) anche il generale Roberto Vannacci con la Lega, che ha ottenuto 532.368 preferenze. Sempre nel nord-ovest i voti per Vannacci sono stati 186.637, oltre il doppio di quelli della capolista, nonché europarlamentare uscente Silvia Sardone (75mila). “Grazie a tutti per la fiducia e per il coraggio. – ha scritto il generale – Non ci accontenteremo di una vittoria, ma arriveremo alla Decima”.
Antonio Decaro, invece, già sindaco di Bari, nella sola circoscrizione Sud ha ottenuto 495.918 preferenze. Oltre il doppio di quelli di Lucia Annunziata (241.016), la capolista scelta dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. “Già ieri notte, – ha commentato Decaro – quando arrivavano i primi dati da più parti del Sud Italia, ho cominciato da un lato a gioire, dall’altro a sentire anche un po’ il peso della responsabilità di un risultato così importante. Adesso toccherà a me custodire e non tradire mai la fiducia e l’affetto che tante persone mi hanno dato”.
In casa Pd altro dato è che in tutte le circoscrizioni i candidati riformisti hanno ottenuto più voti dei candidati della segreteria. Sono i casi di Stefano Bonaccini (389.284), Giorgio Gori (210mila), Dario Nardella (100mila), Matteo Ricci (84mila). Delusione per Matteo Renzi ed Emma Bonino, invece, per la loro lista Stati Uniti d’Europa. L’alleanza di Italia Viva con +Europa avrebbe spinto gli elettori di questi ultimi a non confermare il voto. Comunque sia Renzi ha battuto Bonino in entrambe le circoscrizioni in cui si erano candidati. Nel Nord Ovest Renzi è a quota 64.977 e Bonino a 45.353, mentre al Centro il primo arriva a 54.096 preferenze e la seconda si ferma a 21.757.
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