Il conto alla rovescia arriva a -1. Domani, 8 giugno e domenica 9 in Italia si voterà per eleggere il nuovo Parlamento europeo.
I partiti si giocano le ultime ore di campagna elettorale per attrarre a sé gli indecisi e avranno tempo fino alle 23.59 di oggi, venerdì 7 giugno, per convincere i cittadini a recarsi le urne.
Proprio questo è il cruccio degli ultimi minuti della premier Giorgia Meloni, che ha invitato gli italiani a votare nel tentativo di abbattere il muro dell’astensionismo. Lunedì 10 il primo dato da valutare sarà proprio quest’ultimo e già ne dibattono gli esperti, che definiscono il non voto il primo grande partito d’Italia.
Ma ci sono molti altri temi da affrontare nell’immediato post elezioni e riguardano tutti le conseguenze del voto delle europee nel governo italiano. Il vero faccia a faccia in questo momento è tra Forza Italia e Lega, che concorrono per il secondo posto sul podio nell’alleanza di centrodestra.
Cosa succederà se gli azzurri di Antonio Tajani raggiungeranno l’obiettivo annunciato della soglia del 10% o addirittura lo supereranno? Alle elezioni politiche del 2022 hanno portato a casa l’8,11% dei voti, contro l’8.79% del partito di Matteo Salvini. Tra i due partiti è in corso un vero e proprio gioco di forza, nemmeno tanto velato. Negli ultimi giorni il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha invitato il collega di governo e ministro dei Trasporti Salvini ad unirsi ai Popolari europei.
Un invito che sembra essere stato declinato dal leader del Carroccio, che in occasione delle europee ha scelto di non scendere in campo in prima persona e candidare al suo posto il generale Roberto Vannacci, autore del libro Il Mondo al Contrario, noto per le sue idee razziste e omofobe.
E proprio questa scelta potrebbe costare cara a Salvini, sia all’interno del partito che all’esterno, quando si tratterà di affrontare il tema del posizionamento internazionale del governo italiano. Nella Lega infatti, è noto che la candidatura di Vannacci non è stata vista di buon occhio dall’ala più moderata, mentre fuori dal partito, un’eventuale alleanza con Rassemblement National di Marine Le Pen potrebbe rischiare di mettere in discussione la fiducia nel governo da parte degli alleati, soprattutto su grandi temi come la guerra in Ucraina.
E non è finita: cosa succederà alla segreteria della Lega se Salvini non portasse a casa un risultato positivo sul voto delle europee? Voci di corridoio parlano già di un cambio della leadership nel Carroccio.
La campagna elettorale che sta per concludersi è stata infuocata nei toni da parte di tutti i partiti italiani candidati alle europee. Un tutti contro tutti, anche tra le forze di maggioranza, che potrebbe lasciare dietro di sé macerie e un clima negativo che già rischia di percuotersi nel futuro del governo italiano.
Basta tornare indietro di alcuni giorni per comprendere come la situazione nel centrodestra non sia affatto distesa. Parliamo del 2 giugno, quando Antonio Tajani ha difeso pubblicamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dagli attacchi della Lega. Il questo contesto rientra solo in parte il primo partito di governo, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che con l’appello “scrivete Giorgia“ ha personalizzato la campagna elettorale e portato avanti un duello tra donne con la leader del Pd Elly Schlein.
La premier ha dichiarato di intendere il voto delle europee come un vero e proprio referendum, che proverà la fiducia (o la non fiducia) dell’elettorato italiano nei suoi confronti. Non è ancora certo cosa succederà nelle alleanze post voto che formeranno il Parlamento europeo, ma non si esclude che alla fine anche Fratelli d’Italia (che ora fa parte del gruppo Ecr), possa rispondere alla “chiamata alle armi” delle destre europee contro la sinistra, magari insieme proprio con Marine Le Pen. Dunque, come forza contrapposta al Partito popolare europeo.
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