“Per reati che hanno a che fare con il depistaggio, non dovrebbe esistere la prescrizione”: a parlare è Salvatore Borsellino.
Le parole di Salvatore Borsellino giungono a seguito della decisione della Corte d’Appello di Caltanissetta che ha dichiarato prescritti i reati di tre poliziotti accusati del depistaggio nelle indagini sulla strage di via D’Amelio.
“Purtroppo è l’ennesima delusione che arriva dalle sentenze della magistratura. – ha continuato Borsellino, contattato telefonicamente da iNews24 – La prescrizione invece esiste ed i tempi della giustizia sono lunghissimi. Di conseguenza, questo è il risultato: chi aspetta giustizia rimane deluso. Tanto più che in questo processo erano imputati gli attori finali ma i capi e i mandanti del depistaggio purtroppo non sono mai stati inquisiti”.
Proprio ieri, come già accennato, i giudici di Caltanissetta hanno dichiarato prescritti i reati per Mario Bo e Fabrizio Mattei. E, a parziale riforma della sentenza di primo grado, è invece dichiarato prescritto il reato anche per il terzo poliziotto imputato Michele Ribaudo che in primo grado era stato assolto. Tutti erano accusati di calunnia aggravata, ovvero per aver “costruito” a tavolino falsi pentiti, inducendoli a mentire, per depistare le indagini sulla strage di via D’Amelio in cui ha perso la vita il giudice Borsellino.
“Anche a livello governativo e di commissione Antimafia – ha spiegato Salvatore Borsellino – è in atto una strategia che tende a far passare le stragi del ’92 e del ’93 come delitti di mafia, mentre solo delitti di mafia non sono. Come dimostra del resto questo depistaggio, anche se si è concluso con una prescrizione”. Durante il dibattimento sul depistaggio la Procura ha anche depositato le sommarie informazioni relative alla vicenda della borsa del giudice Borsellino. Borsa all’interno della quale era presente l’agenda rossa che è scomparsa.
“Questo è un altro capitolo molto duro. – ha continuato Borsellino – A trent’anni di distanza ancora si depositano informative e non c’è stato mai un vero processo sulla sparizione dell’agenda rossa, che è la scatola nera della strage di via D’Amelio. Rispetto le sentenze della magistratura anche quando non le condivido. Però non si è mai avuto un processo né delle indagini serie sui movimenti del capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli”. Il riferimento è al capitano fotografato mentre aveva con sé la borsa contenente l’agenda.
“Ogni tanto vengono fuori degli scoop – ha proseguito Salvatore Borsellino – ma la verità non viene fuori. Il mio movimento, il Movimento dell’Agenda Rossa, ha preparato un video che abbiamo realizzato mettendo insieme tutte le riprese e le foto realizzate nell’immediatezza della strage per cercare di ricostruire i movimenti dei personaggi presenti sul posto. Quel video l’abbiamo presentato nel corso del ‘Borsellino quater’. Ebbene i pubblici ministeri all’inizio della proiezione si sono alzati e se ne sono andati senza fare più ritorno per tutta la durata del dibattimento. Se questa è la maniera in cui si cerca la verità nel nostro Paese allora le aspettative di chi aspetta giustizia continueranno ad essere disilluse”.
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