Nel 2050 il cambiamento climatico e la siccità in Italia porteranno ad una riduzione del valore della produzione agricola di 12,5 miliardi.
E poi: dal 2020 a metà maggio 2024 nella Penisola si sono registrati 81 danni da siccità prolungata. “Danni” che, sempre in agricoltura, possono significare anche l’abbassamento estremo dei livelli delle acque dei laghi. La siccità, dunque, è al centro dell’allarme lanciato da Legambiente in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno.
I dati provengono dall’Osservatorio Città Clima dell’associazione. “La siccità che in questi mesi ha colpito in particolare la Sicilia, l’acqua razionata, le proteste di cittadini e agricoltori – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituiscono in estrema sintesi quanto la crisi climatica stia accelerando il passo anche in Italia”. I temi della Giornata Mondiale quest’anno sono “ripristino del territorio, desertificazione e resilienza alla siccità”.
I danni da siccità prolungata hanno colpito diverse regioni italiane: Lombardia in primis, e poi Piemonte, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. La crisi climatica colpisce però tutta Europa. Senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie potrebbero ridurre il Pil europeo di circa il 7% entro la fine del secolo. “Dalla Sicilia alla Sardegna passando per le altre regioni della Penisola, – ha continuato Ciafani – è evidente che gli effetti del cambiamento climatico, a partire dagli eventi siccitosi sempre più cronici, sono ormai ben tangibili con gravi ricadute ambientali ed economiche”.
Il 2022 è stato l’anno maggiormente segnato da una prolungata siccità, che ha colpito in particolare il centro-nord. In Piemonte l’anomalia rispetto alle precipitazioni medie è stata del 41%. Una situazione che si è protratta fino ai primi mesi del 2023, per poi vedere una forte ondata di piogge concentrate in alcune aree e che si sono ripetute anche dall’inizio del 2024. “La siccità prolungata in questi anni – ha spiegato il presidente di Legambiente – ha messo più volte in ginocchio la produzione agricola e causato un preoccupante abbassamento del livello dei laghi. Per questo è fondamentale intervenire in prevenzione piuttosto che agire dopo che gli eventi climatici estremi si siano abbattuti sulla Penisola”.
Tre le proposte di Legambiente al governo Meloni per fronteggiare l’emergenza, a partire da una regia unica per conoscere disponibilità, consumi reali, domanda potenziale e per definire degli aggiornati bilanci idrici. Serve poi una strategia nazionale integrata e a livello di bacini idrografici per evitare gli sprechi. E nuove pratiche che permettano di trattenere il più possibile l’acqua sul territorio. All’Europa e alla prossima legislatura europea, Legambiente chiede invece di approvare una Legge quadro sulla resilienza climatica.
“Il nostro Paese deve puntare ad un approccio circolare, sostenibile e integrato della gestione dell’acqua. E ad una diffusione capillare delle buone pratiche già attive sul territorio. A livello europeo – ha concluso Ciafani – chiediamo politiche climatiche ed energetiche più ambiziose. Che poggino sul green deal e su un nuovo patto per il futuro che metta davvero al centro l’ambiente”.
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