I centri che dovrebbero ospitare i migranti in Albania sono al centro in queste ore di numerose polemiche ed inchieste giornalistiche.
Secondo alcuni media italiani, Report su tutti, l’inizio delle attività era previsto per il 20 maggio ma i cantieri sarebbero molto indietro con i lavori. Non solo, poiché, sempre secondo la trasmissione d’inchiesta Rai, emergerebbero ingerenze italiane nella politica e nell’economia albanese. Tirato in ballo da un articolo de “Il Fatto Quotidiano”, il ministro Adolfo Urso che ha già dato mandato ai suoi legali di denunciare il direttore e l’autore di un pezzo intitolato “I narcos in Albania e gli affari tra Urso Jr e gli amici di Rama”.
Gli “interessi” del nostro Paese per il territorio albanese sono contenuti in un accordo firmato dal governo italiano con Tirana il 6 novembre 2023. Il documento, ratificato dalla Camera dei Deputati il 24 gennaio e passato alla Corte Costituzionale albanese il 29 gennaio, prevede la realizzazione di due centri di detenzione sul territorio albanese, che saranno utilizzati per trattenere le persone intercettate o soccorse in mare. Secondo Amnesty International l’accordo “mira a legalizzare il trattamento extraterritoriale e la detenzione dei richiedenti asilo e delle persone da rimpatriare forzatamente, con l’obiettivo dichiarato di scoraggiare le traversate in mare”.
L’inchiesta di Report rivelerebbe “come un ex presidente del consiglio italiano e un attuale ministro hanno messo in piedi a Tirana proprie attività nel settore della consulenza istituzionale e del lobbismo, conseguendo ottimi risultati”. Inoltre “l’inizio delle attività era previsto per il 20 maggio, ma, da quello che abbiamo scoperto visitando i cantieri, non se ne parlerà prima di novembre. Intanto le spese continuano ad aumentare e quasi tutti gli appalti sono stati già assegnati”.
I centri in Albania protagonisti di inchieste giornalistiche
Report ha intervistato anche il primo ministro albanese Edi Rama che nelle scorse ore ha scritto su Facebook: “Oltre ai pezzi dell’intervista fatta nel mio ufficio, che prenderanno, taglieranno e cuciranno secondo la loro sceneggiatura (con lo scopo facilmente leggibile di continuare a mescolare nello stesso calderone la rissa politica italiana con la feccia esportata da Tirana), l’intervista senza censura sarà pubblicata interamente e contemporaneamente sui social network di Report, oltre che qui su questa pagina”.
Nell’inchiesta anche le parole di Arben Ahmetai, ex vicepremier di Rama, su cui pende un mandato di cattura internazionale per un’inchiesta sugli inceneritori. Ahmetai ha accusato Rama di avere rapporti diretti con i clan della malavita albanese. “Fare di un latitante una fonte di spettacolo mediatico – ha replicato Rama – senza mostrare una sola prova per sostenere la gravità di tale enormità, non è giornalismo d’inchiesta ma di fango. L’Albania non è Gomorra o Suburra e non ha niente di simile a un narco Stato. Intendiamoci bene, non c’è dubbio che in Albania ci siano le organizzazioni criminali come dappertutto, ma dei boss o dei clan che ‘condizionano le alte sfere istituzionali’ non ce n’è uno solo”. Intanto tra due giorni Tra due giorni la premier Giorgia Meloni sarà in Albania per visitare i due centri per migranti di Shengjin e Gjader.