Il 2 giugno 1946 gli italiani scelsero per la Repubblica, per l’avvio della vita democratica, una chiamata alla responsabilità.
Per il 78esimo anniversario della Festa della Repubblica il presidente Sergio Mattarella ha scelto parole ben precise che ha rivolto alle più alte cariche istituzionali, nel salone dei Corazzieri del Quirinale prima del tradizionale concerto. 78 anni fa, insomma, la nascita della Repubblica comportò sacrifici e impegno da parte di tutti.
Il 2 ed il 3 giugno 1946 si svolse la prima votazione a suffragio universale in Italia. Gli italiani, e quindi per la prima volta anche le italiane, furono chiamati a decidere attraverso un referendum tra monarchia e repubblica. L’affluenza al voto fu altissima. Il ministero dell’Interno registrò percentuali che di provincia in provincia variavano dal 75% al 90% degli aventi diritto.
Gli aventi diritto al voto erano 28 milioni (28.005.449), i votanti furono quasi 25 milioni (24.946.878), pari all’89,08%. I voti validi 23.437.143, di questi 12.718.641 (pari al 54,27%) si espressero a favore della repubblica, 10.718.502 (pari al 45,73%) a favore della monarchia. Gli italiani votarono anche per l’Assemblea costituente. Il periodo successivo fu scandito da ricorsi e da polemiche circa la regolarità del voto. Subito dopo, il 18 giugno, la Corte di Cassazione proclamò in modo ufficiale la nascita della Repubblica Italiana.
La Festa della Repubblica del 2 giugno ricorda la scelta degli italiani nel 1946
La Festa della Repubblica del 2 giugno ricorda proprio quell’avvenimento, in quanto dichiarata festa nazionale nel 1949. Ogni anno a Roma si organizza una grande manifestazione con la deposizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del presidente della Repubblica e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali. Uniche eccezioni hanno riguardato nella storia uno spostamento a Torino, prima capitale d’Italia, nel 1961, e poi la mancata parata militare negli anni ’70 durante la grave crisi economica che colpì il Paese.
Nel 2020 poi, la celebrazione senza la parata, alla presenza del presidente Sergio Mattarella, si è tenuta a Codogno, la cittadina dove si è registrato il primo focolaio del Covid in Italia. La parata militare ha ripreso regolarmente nel 2022. Proprio Mattarella nelle scorse ore, ed in occasione del 2 giugno, ha richiamato alla responsabilità, come dicevamo sopra. Per poi aggiungere, preoccupato dal moltiplicarsi dei conflitti, che è necessario “rifiutare con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza. Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività“.