Pomeriggio ad alta tensione a Roma per il corteo contro il governo: un gruppo di circa 200 manifestanti ha dato vita a scontri.
I disordini, ad opera di manifestanti che non facevano parte della manifestazione ufficiale, sono scattati improvvisamente in via Vicenza e poi in via Montebello, quando il gruppo ha lanciato bottiglie ed altri oggetti contro un cordone di polizia in tenuta antisommossa. Subito dopo è tornata la calma ma lo spezzone di manifestanti che ha dato vita agli scontri ha deviato leggermente dal percorso previsto per poi ricongiungersi a poca distanza dal resto del corteo.
Nel corso della manifestazione alcune foto raffiguranti Meloni, la presidente della commissione dell’Unione europea Ursula Von Der Leyen ed il presidente Usa Joe Biden, sono state bruciate. “Un segno di protesta – ha spiegato una manifestante – per denunciare la complicità del governo italiano con l’Unione europea e con la Nato, che perpetrano la guerra sulla striscia di Gaza e sono complici del genocidio in corso”.
Il corteo è partito da piazza Vittorio a Roma. Gli organizzatori lo hanno definito una “prima mobilitazione unitaria nazionale contro il governo Meloni”. Presente anche il movimento degli studenti palestinesi che ha urlato lo slogan “Stop genocidio, accordi con Israele. Fine dell’occupazione. Palestina libera”. Alla testa del corteo una grande bandiera della Palestina e lo striscione recante la scritta “Contro il governo Meloni, basta sfruttamento, fascismo e guerre”. In strada anche le organizzazioni studentesche, Potere al Popolo e Usb.
“Non siamo sonnambuli, come ci ha definito il rapporto Censis. – hanno spiegato gli organizzatori – Siamo in una piazza che si pone contro il governo Meloni l’industria delle armi, ma anche contro lo stato genocida d’Israele. Hanno aderito più di 70 realtà collettive. Sono previste più di 6mila persone da tutta Italia e arrivano da Napoli, dalla Puglia, dalla Sicilia, dalla Calabria, dal Veneto, da Torino, Firenze, Pisa. Sono una quarantina di pullman ma arrivano anche con i treni”.
Il gruppo che ha dato vita agli scontri si è avvicinato al corteo insieme ai collettivi de La Sapienza proprio nei pressi dell’Università. Gli stessi organizzatori avrebbero impedito l’unione vera e propria al corteo ufficiale. Subito dopo in via Vicenza avrebbero, dopo aver deviato verso la stazione Termini ed il centro città, tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine ma sono stati respinti. Il gruppo è stato allontanato con i lacrimogeni dopo un lungo corpo a corpo. A quel punto sarebbe tornato alla coda del corteo sul percorso concordato. Il corteo spontaneo dei collettivi ha fatto quindi rientro nel campus de La Sapienza mentre il grosso della manifestazione ha concluso l’evento in piazza di Porta Pia.
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