La busta paga vi ha fatto soffrire in questi ultimi mesi perché avete notato uno stipendio più basso? Scopriamo qual è la causa.
Altro che aumento delle retribuzioni: avete notato un importo inferiore in busta paga nei mesi passati. C’è un dettaglio da verificare per cercare di risalire alla causa di questa riduzione ed evitare che possa accadere nuovamente.
Il Governo ha promesso aiuti ai lavoratori e attivato iniziative per garantire stipendi più alti. Nella Legge di Bilancio 2024 è stato inserito un pacchetto di misure volte proprio ad incrementare le retribuzioni. La conferma del taglio del cuneo fiscale del 6 o 7% in base al reddito, l’aumento della soglia dei fringe benefit a mille euro per tutti i dipendenti e a 2 mila euro per quelli con figli, l’imposta sui premi di produttività abbassata al 5% e la decontribuzione del 100% per le lavoratrici con due o più figli sono i sistemi utilizzati per consentire alle famiglie di avere entrate maggiori.
Eppure, tanti cittadini lamentano il fatto di non vedere questi incrementi. Anzi, di aver notato che stanno percependo importi inferiori rispetto a quelli di diversi mesi fa. Da cosa potrebbe dipendere questa differenza?
Quali voci incidono negativamente sullo stipendio dei lavoratori
Nella maggior parte dei casi, uno stipendio inferiore è legato alle giornate di assenza non retribuite oppure pagate parzialmente. L’assenza non viene retribuita quando è ingiustificata perché il dipendente non ha avvisato l’azienda con un adeguato preavviso, dando modo di sopperire alla sua mancanza dal posto di lavoro. Essa non viene pagata e non è soggetta a contribuzione se il lavoratore non fornisce una valida motivazione nei giorni seguenti.
Si tratta di una forma di assenza molto grave. Specialmente se dovesse diventare un comportamento ripetuto nel tempo. Mette il datore di lavoro, ma anche i colleghi, in difficoltà e nelle situazioni di recidiva si potrebbe arrivare al licenziamento per giusta causa. Non c’è retribuzione in busta paga nemmeno per permessi, congedi e aspettative non retribuite. In questo caso, però, l’assenza è giustificata e non si rischia il posto di lavoro.
Si può chiedere il permesso per la malattia del figlio nei primi tre anni di vita del bambino e cinque volte all’anno se questo ha un’età compresa tra 3 e 8 anni. L’aspettativa non retribuita spetta anche per gravi motivi personali e familiari (malattia del coniuge, ad esempio) per un massimo di due anni oppure per lo svolgimento di altre attività. In alcuni casi i permessi, infine, sono retribuiti parzialmente (per malattia, maternità, congedo parentale).